ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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Papa Francesco: riscoprire il Rosario

Nei giorni scorsi, Papa Francesco ha scritto una Lettera ai fedeli, invitandoli a riscoprire la bellezza della preghiera del Rosario.

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Il mese di maggio, ricorda il Papa, è il momento in cui vengono espressi, con particolare intensità, l’amore e la devozione alla Vergine Maria. Per questo il Pontefice invita a riscoprire e riprendere la tradizione del Rosario, soprattutto in questo momento di chiusura nelle nostre case: “…Perciò ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità”.

Nella Lettera il Papa ha offerto a tutti i fedeli i testi di due preghiere alla Madonna, invitando a recitarle al termine del Rosario “che io stesso reciterò nel mese di maggio, spiritualmente unito a voi”.

 


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接触伤口是我们真正的圣召

我们把罗马观察报2020年4月14日的一篇文章刊登在我们的博客上。其中文翻译由我们的博客负责。若某版权拥有者不喜欢我们把这篇文章放在网站上,我们可随时立刻删除。

复活期第三主日福音

方济各神父

门徒们因害怕犹太人和害怕自己而关在家里。恐惧使生活陷于停顿。今天一个关闭的、辉煌的、及向世界痛苦关上门的最后晚餐厅,也使教会陷于停顿,成为胆怯的,信德薄弱的,有许多要保护利益的人舒适的避难所。

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但耶稣还是来了。祂未经许可就闯入有关闭、怀疑、绝望的地方。祂不是为了审判或责备而来,不是保持着距离而来,而是「站在中间」;中间是复活的耶稣的地方,是耶稣总把孩子、穷人、病人、和那些祂想放在祂的爱和我们生活之中的人放在的同一个地方。中间也是所有人能近距离看到祂的地方,没有首席位置。

复活的耶稣说:「愿你们平安」。这不是一个承诺,而是个恩典。不是一个要履行的辛劳,而是一个要接受的恩宠,它使你改变内心,除去你铁石的心。我们知道的很清楚,有时我们的心也关闭,向恩宠关上了门,但复活的耶稣八天之后还要回来,而且天天都将回来。

祂也赐予了圣神:「祂向他们嘘了一口气,说:「你们领受圣神罢」」。有如那一周第一日的夜里闯入了宗徒们之内,圣神今天也闯入了我们所有人之内,和我们一起呼喊的不是恐惧,而是「阿爸,父啊」。这是教会永恒的喊声。

我们永远不要忘记,信仰不是从纪念耶稣,而是从祂复活的存在产生的;教会因祂向着最终相遇的存在而生活,不因怀旧和可笑的回顾而活着。

复活的耶稣临在的教会里有所有人的位置,也有那软弱的,对我们有许多教育意义信仰的多默的位置;他不隐瞒自己的怀疑,没有任何人审判他,但在他的信仰旅程中大家都陪着他。一个能互相支持,彼此担待,没有人感到被排斥的团体,多么美丽啊。多默有如将来一天圣保禄和许多其他人一样,向复活的耶稣的爱,一个具体和日常的爱投降了,好比祂的伤口做出了见证。

要接触复活耶稣的伤口。彼此接触伤口是我们真正的圣召,教会的圣召,我们永恒的召唤;摸了伤口,为了发现不再疼了,它们还在,永远会在,但上主救赎、拯救了它们,给了它们,尤其是最大的伤口,即死亡,一个意义。

福音这样开始:「辣彼!你住在那里?」──「你们来看看罢」。(若 一,35-39);今天耶稣以居住在我们伤口里,来完成答案。

教会好似接纳世界伤口的家庭,把它们献给上主去治疗,多么美啊!

「天主却使你们与基督一同生活,赦免了我们的一切过犯;涂抹了那相反我们,告发我们对诫命负债的债卷,把它从中除去,将它钉在十字架上」(哥 二,14)

我们祈求复活的上主协助我们,在我们内、教会内、世界上除去侮辱人类,阻碍慈悲的债卷。

我们继续我们走向天主和人类奥秘的朝圣之旅。我们像亚巴郎一样走出我们的土地,走出我们的安全,为了在慈悲的「这本书里」写上我们的部分,为了发现还有很多可以接受和给予的爱。


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Toccare le ferite è la nostra vera vocazione

Postiamo sul nostro blog un testo pubblicato sull’Osservatore Romano (http://www.osservatoreromano.va/it/news/riconciliarsi-anche-con-la-provvisorieta-del-tempo) del 14 aprile 2020. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza dell’articolo sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. 

Il Vangelo della II Domenica di Pasqua

Don Francesco Pesce

I discepoli erano chiusi in casa per paura dei Giudei e per paura di sè stessi. La paura paralizza la vita. Anche oggi un cenacolo chiuso, dorato, e sbarrato al dolore del mondo, paralizza la Chiesa, e diventa comodo rifugio per uomini timorosi, con poca fede, e molti interessi da difendere.

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Gesù però viene lo stesso. Irrompe senza chiedere il permesso dove c’è chiusura, diffidenza, disperazione. Non viene per giudicare o rimproverare, non viene mantenendo le distanze, ma “stette in mezzo”; in mezzo è il luogo del Risorto, lo stesso luogo dove Gesù aveva sempre messo i bambini, i poveri, i malati, quelli che voleva mettere al centro del Suo amore e della nostra vita. In mezzo è anche il luogo dove tutti lo possono vedere da vicino e non ci sono primi posti.

Il Risorto dice: “Pace a voi” Non è una promessa ma un dono. Non è una fatica da compiere ma una Grazia da accogliere che ti cambia dentro, ti ribalta la pietra del cuore. Sappiamo bene che a volte anche il nostro cuore è chiuso, sbarrato alla Grazia, ma Gesù risorto torna ancora otto giorni dopo, e ogni giorno ritornerà.

Dona anche lo Spirito : ”Soffiò e disse loro: ricevete lo Spirito Santo”. Come sugli apostoli la sera di quel giorno, il primo della settimana, così anche oggi su ognuno di noi irrompe lo Spirito che con noi grida non paura, ma Abbà Padre. Questo è il grido perenne della Chiesa.

Non dimentichiamo mai che la fede, non è nata dal ricordo di Gesù, ma dalla Sua presenza di Risorto; la Chiesa vive della Sua presenza protesa verso l’incontro definitivo e non vive di nostalgici e ridicoli sguardi indietro.

Il Risorto è presente in una Chiesa dove c’è posto per tutti, anche per la debole fede, tanto istruttiva per noi, di Tommaso; non nasconde i suoi dubbi, nessuno lo giudica ma tutti lo accompagnano nel suo cammino. Che bella una comunità dove ci si sostiene a vicenda, si portano i pesi gli uni degli altri e dove nessuno si sente escluso. Tommaso come un giorno Paolo e tanti altri si arrende all’amore del Risorto, un amore concreto e quotidiano come testimoniano le Sue ferite.

Toccare le ferite del Risorto. Toccare le ferite gli uni degli altri è la nostra vera vocazione, la vocazione della chiesa, la nostra chiamata perenne; toccare, per scoprire che non fanno più male, ci sono ancora, ci saranno sempre, ma il Signore le ha redente, salvate, gli ha dato un senso, specialmente alla ferita più grande che è la morte.

“Maestro, dove abiti?” – “Venite e vedrete” (Gv 1,35-39) così all’inizio del vangelo; oggi Gesù completa la risposta abitando nelle nostre ferite.

Che bella la Chiesa come casa che accoglie le ferite del mondo e le offre al Signore che le risana.

“In Cristo, Dio ha dato vita anche a noi, perdonandoci tutte le colpe, e annullando il documento scritto contro di noi, che con le prescrizioni ci era contrario. Lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.” (Col 2,14)

Chiediamo al Signore Risorto di aiutarci a togliere di mezzo, dentro di noi, nella Chiesa, nel mondo,  le prescrizioni che umiliano l’uomo e sono ostacolo alla misericordia.

Continuiamo il nostro pellegrinaggio, verso il mistero di Dio e dell’uomo. Usciamo dalla nostra terra, come Abramo, usciamo dalle nostre sicurezze, per scrivere la nostra parte “in questo libro” di misericordia, per scoprire che c’è ancora tanto amore da ricevere e da dare.