ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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Il grande Abisso

Chi ha molti denari e molte sicurezze,, rischia di vivere come gli «spensierati di Sion» di cui parla Amos, e si costruisce un mondo tutto suo, e anche se alla sua porta ci sono migliaia di Lazzari nemmeno se ne accorge. L’ epulone dei nostri anni a volte se ne accorge e allora fa qualche elemosina per i poveri, dona qualche vestito vecchio che non mette più, pur di non avere il disturbo dei Lazzari alla sua porta.
In tutte la Chiesa cattolica oggi si legge la parabola del Ricco Epulone ma domani Lazzaro starà come oggi. Niente cambia. Purtroppo il messaggio di Gesù è stato spesso imprigionato nel sistema e lo abbiamo un po’ reso innocuo; non incide più nella nostra vita reale. Questo è l’abisso di cui parla il oggi il Vangelo. .Inoltre tutti vediamo che l’abisso tra i Lazzari e gli epuloni si è allargato a dismisura.
Noi epuloni abbiamo da secoli deciso che non si può consentire la promiscuità tra chi è dentro e chi è fuori. Lazzaro deve stare fuori dal sistema,dalle nostre città, la bibbia direbbe dall’accampamento. Lazzaro poi non solo è escluso ma deve essere anche convinto che sia normale così, che sia giusto. L’esclusione lo tocca dentro, nella coscienza.
La nostra società però dice di ispirarsi ai grandi principi del cristianesimo, dell’illuminismo,della democrazia e allora prova ( fa finta?) ad inserire dentro di se Lazzaro l’escluso, ma non ci riesce, perché dovrebbe contestare se stessa nei propri principi costitutivi. Gli immigrati sono i Lazzari del ventunesimo secolo, e noi sappiamo solo allargare il fossato.
I cristiani non sì dimentichino che Dio sta dalla parte dei Lazzari, anzi Dio in questo mondo è Lazzaro.Gesù è andato fra gli immondi per insegnare loro a smettere di dirsi immondi, a guardare le nostre città,il nostro sistema e scoprire che il vero Lazzaro,il vero immondo è proprio il sistema. Questa è la rivoluzione cristiana. Gesù è venuto a svegliare la coscienza degli esclusi perché smettano di considerarsi legittimamente esclusi, perché sappiano che la dignità e un loro diritto inalienabile.Il sistema poi ha provato ad addomesticare Gesù “promuovendolo” a tutore dell’ordine ma Lui si è divincolato, andando contro ad un sistema che esclude,ribellandosi al potere politico/religioso e a quello economico. Per questo è stato crocifisso come un Lazzaro qualunque:”Come un delinquente voi lo avete appeso ad un legno”.dice Pietro, nel primo discorso dopo la Pentecoste. Le Beatitudini ci dicono che i Lazzari hanno già vinto in Cristo la loro battaglia di dignità.Ora ci stanno venendo incontro,e sono milioni.Non ci vogliono distruggere, ma dirci la Parola della salvezza che è stata loro affidata. Beati i Poveri perché vostro è il Regno di Dio dirà Gesù.Vostro è il segreto della vita.


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IL coraggio della Pace

don Francesco Pesce

“Oggi, uomini e donne di tutte le religioni, ci recheremo ad Assisi” diceva il Papa questa mattina alla messa in Santa Marta; sarà unagiornata di preghiera, di penitenza, di pianto per la pace: giornata per sentire il grido del povero”. Proprio oggi ricorrono i trenta anni dalla storica giornata di Assisi del 1986 quando Giovanni Paolo II convocò le religioni mondiali per pregare insieme per la pace. Papa Francesco ha desiderato rivivere quella giornata,e soprattutto rinnovare gli sforzi di tutte le religioni e degli uomini di buona volontà per costruire un mondo pacificato. Quando noi riflettiamo sulla Pace,dobbiamo liberarci da una  pre comprensione  che ne fa quasi un fatto  irrealizzabile  e credere  invece  come essa sia non solo possibile ma anche una vocazione per ogni uomo. Gesù poi sulla Croce, ci ricorda San Paolo, ha distrutto in sé l’inimicizia, ha distrutto le barriere  che separano gli uomini. Gesù non è solo un annunciatore di pace, come ce ne sono stati molti nella storia; Lui  ha realizzato in sé le condizioni vere per la pace. Oggi il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha invitato le religioni a fare un serio esame di coscienza circa il loro rapporto con la pace. Anche le religioni spesso sono rimaste alla pace come annuncio, ma alla prova dei fatti non sembra che siano riuscite a creare un mondo pacificato. L’annuncio del vangelo della pace non basta, bisogna distruggere le inimicizie, i muri, i pregiudizi, proprio come ha fatto Gesù. Diceva oggi Papa Francesco:”solo la pace è santa,non la guerra”. Anche le parole che diciamo con tanta facilità – «siamo tutti fratelli» – sono parole molto impegnative e non possiamo più dirle se non cominciamo da noi stessi a distruggere, le pareti di separazione che ci separano dagli altri. Non separazione ma comunione, a partire dalla preghiera. Questo è possibile farlo sempre, ad ogni livello, in ogni casa, in ogni ufficio, in ogni momento della giornata. La pace è prima di tutto un dono di Dio, per ogni uomo e per ogni religione. Le giornate di Assisi fin dalla prima di trenta anni fa, hanno sempre fatto un po’ paura a quelli che vedono pericoli di sincretismo e di relativismo dappertutto. La legittima paura di perdere ognuno la propria identità è una cosa pericolosa perchè rischia di far perdere di vista una cosa ancora più grande, che è la vita stessa, dove lo Spirito soffia quando e dove vuole ; chi vuole ingabbiare lo Spirito con “una legge fatta di prescrizioni e di decreti”(Ef 2,15) si illude e non può cogliere l’attualità dello Spirito. Ricordava oggi il Papa:”Diverse sono le nostre tradizioni religiose. Ma la differenza non è per noi motivo di conflitto, di polemica o di freddo distacco. Oggi non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia. Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri. San Giovanni Paolo II in questo stesso luogo disse il 27 ottobre 1986: «Forse mai come ora nella storia dell’umanità è divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace”. La pace non si costruisce per legge e decreti, e non si costruisce neanche con la paura di perdere qualche cosa, ma studiando amando e servendo il mondo,come diceva Paolo VI, disposti anche a sacrificare non la propria identità ma se necessario alcune tradizioni fino a quando “Dio sarà tutto in tutti”.(I Cor 15,28)

 

 


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La ricchezza strumento nelle nostre mani

don Francesco Pesce

Le ricchezze non sono un fine, ma uno strumento nelle mani degli uomini; spesso sono diventate uno strumento iniquo perché l’uomo se ne è servito per dominare gli altri uomini e assoggettare interi popoli al controllo di alcune elite. Siamo arrivati nella storia perfino allo sterminio programmato e calcolato dei poveri, come ricorda il profeta Amos. Grazie a Dio il progresso culturale dei popoli sta favorendo una sempre maggiore presa di coscienza, circa il bisogno di una più equa distribuzione delle ricchezze del pianeta. Alcune organizzazioni internazionali e alcune nazioni più sviluppate stanno lottando per nuovi equilibri sociali, ma la battaglia è ancora molto lunga e difficile. Gesù invita i suoi discepoli ad essere “scaltri” nell’uso delle ricchezze. Chiede ad ognuno di noi un diverso rapporto con le ricchezze sia sul piano individuale che in quello comunitario. Proprio per questo non può più bastare il gesto privato della elemosina; bisogna agire perché la ricchezza possa diventare uno strumento di liberazione e di riconciliazione tra i popoli; questa è la concretezza del vangelo, che per sua natura è un fatto sociale. La storia ci insegna che non pochi si sono allontanati dalla Chiesa e dalla fede, perché hanno ricevuto una cattiva testimonianza nell’uso del denaro e delle ricchezze. Assistiamo poi in questi anni come cristiani e cittadini del mondo a due fatti molto importanti. Papa Francesco sta testimoniando la possibilità concreta di una Chiesa povera per i poveri, ed è uno straordinario dono del Signore, un esempio che ci stimola a sempre nuova conversione. Inoltre al contempo assistiamo al fatto che molti poveri, si stanno -potremmo dire così- riprendendo il vangelo, spesso a loro nascosto, dietro parole di circostanza e umilianti elemosina. I poveri oggi sono coscienti che il vangelo è prima di tutto per loro, e non sono più disposti ad aspettare per i loro diritti e la loro dignità. Rileggiamo e meditiamo attentamente a questo proposito le parole profetiche di don Primo Mazzolari, prete povero tra i poveri:” io non ho mai contato i poveri, perché i poveri non si possono contare; i poveri si abbracciano, non si contano. Eppure c’è chi tiene la statistica dei poveri, e ne ha paura; paura di una pazienza che si può anche stancare, paura di un silenzio che potrebbe diventare un urlo ,paura di un lamento che potrebbe diventare un canto, paura dei loro stracci che potrebbero farsi bandiera, paura dei loro arnesi che potrebbero farsi barricata.” Io credo che stia già avvenendo.


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Saremo giudicati sull’amore

don Francesco Pesce

Il Vangelo ci chiama a superare le facili contrapposizioni tra giusti e ingiusti, peccato e virtù. Anche questo figlio maggiore onesto è peccatore. Cosa ha fatto? Niente! Non ha capito l’amore. Non ha capito l’amore e con il suo occhio guardava tutto e tutti con sospetto; ricordiamo bene quando gli scribi e i farisei mormoravano contro Gesù perché “guardavano” che mangiava con i peccatori. La prima violenza è proprio quella dell’occhio; dobbiamo sempre tutti imparare ogni giorno a guardare il mondo con gli occhi misericordiosi del Padre.

Un pastore che affronta i pericoli della natura, una donna di casa che con ostinazione cerca la sua moneta di valore, un padre che sa solo correre incontro e abbracciare.  Sono tre immagini bellissime di un Dio che ci cerca continuamente e non trova pace fino a quando non ci ha ritrovati. Il Pastore  si mette  sulle spalle la pecora che ha ritrovato,e la aiuta così nel suo cammino di ritorno, gli rende più leggeri i passi, non la umilia con una punizione per il fatto di essersi perduta.

Dio non guarda i nostri meriti o le nostre colpe, ma prima di tutto i nostri bisogni. La donna che cerca il suo tesoro sotto la polvere, ci aiuta a credere di più nell’aiuto di Dio e in noi stessi; sotto la polvere di tanti nostri giorni, nascosto in qualche angolo dentro di noi, c’è un tesoro prezioso che dobbiamo cercare con la lampada dello Spirito. Nessuna sporcizia, nessuna difficoltà, nessun male della vita sarà mai più forte della nostra immagine e somiglianza con Dio.

Non lasciatevi rubare la Speranza è la profezia di Papa Francesco. Un padre misericordioso che corre e abbraccia il figlio; lo vuole più felice che fedele, lo vuole debole ma vicino, piuttosto che forte e lontano. Il Vangelo ci insegna a ripudiare  mentalità aggressive, perché gli uomini  non solo disarmino i loro arsenali di guerra, ma anche i loro cuori. “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore” – come scriveva il sacerdote e poeta del sedicesimo secolo, San Giovanni della Croce.


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Madre Teresa, prega per la Cina!

Riceviamo alcune belle riflessioni su Madre Teresa dalla Cina. Si tratta di giovani cattolici cinesi, che ringraziamo per la loro profonda e limpida testimonianza di fede. 

Teresa: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Madre Teresa per tutta la vita ha messo in pratica questa Parola detta da Gesù Cristo! Lei è la santa dei bassifondi, l’angelo di Calcutta, la personificazione della misericordia, perché i lebbrosi, i moribondi e i più poveri tra i poveri sono i suoi più cari amici! Madre Teresa per tutta la vita ha molto desiderato di venire in Cina a servire i poveri cinesi, ma questo suo desiderio non si è mai avverato! Ora, amata Madre Teresa che stai per essere canonizzata, prega sempre per la Cina dall’alto dei cieli! Prega per i poveri in Cina!

ShengNa: Madre Teresa con spirito di fraternità e in silenzio si è occupata dei poveri, facendo in modo che sentissero rispetto, solidarietà e amore. Questa santa non aveva una profonda filosofia, ha usato solo l’amore sincero e il servizio,  dedicando la sua vita alla cura delle malattie più gravi dell’umanità, in particolare vizi quali egoismo, avidità, edonismo, indifferenza, crudeltà, sfruttamento… Ella ha aperto una nuova strada, per condurre verso la giustizia sociale e la pace nel mondo. Per questo motivo una persona comune come lei è diventata il modello del buon samaritano di tutto il mondo.

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YanliNa: Pensando al fatto che questa suora non è potuta entrare in Cina, lei che ha lottato per salvare i deboli, mi sento molto addolorata. Pensando a ogni piccola cosa che ha fatto, queste appaiono in realtà come cose che tutti potremmo, ma non siamo capaci di fare.  Possa Madre Teresa diventare una lampada, che guida il nostro cammino.

Luqing: il suo amore per gli altri superava l’amore verso se stessa. Per tutta la vita Madre Teresa non ha pensato a se stessa, ma ha sempre messo Dio al primo posto. Il suo amore e’ così grande!

Weitao: “Amare finché fa male” – Madre Teresa ha interpretato pienamente la verità di questa frase. A me piace la sua dedizione nell’amore, la sua gioia nell’amore. Con il cuore, gli occhi e la mente dona amore agli altri.

 


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德肋撒姆姆,为中国祈祷!

我们收到有些中国教友有关德肋撒修女的反思。他们都是年轻人。

Teresa: 凡你们对我这些最小兄弟中的一个所做的,就是对我做的。(玛25:40)德肋撒姆姆的一生践行着耶稣基督所说的这句话!她是贫民窟的圣人,她是加尔各答的天使,她是怜悯的缩影,因为麻疯病人、垂死者和穷人中最穷者是她的好朋友!德肋撒修女生前渴望来中国为中国穷人服务,但未能如愿!现在,亲爱的德肋撒姆姆您即将封圣,请在天上常常为中国祈祷!为中国的穷人祈祷!

德肋撒修女以博爱的精神,默默地关注着贫穷的人,使他们感受到尊重、关怀和爱。德肋撒修女,没有高深的哲理,只用诚恳、服务而有行动的爱,来医治人类最严重的病源:自私、贪婪、享受、冷漠、残暴、剥削等恶行;也为通往社会正义和世界和平,开辟了一条新的道路。

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胜娜:德肋撒修女她以博爱的精神,默默地关注着贫穷的人,使他们感受到尊重、关怀和爱。德肋撒修女她没有高深的哲理,只用诚恳、服务而有行动的爱,来医治人类最严重的病源,同时也为通往社会正义和世界和平,开辟了一条新的道路。正因为如此平凡的她成为了全世界慈善撒玛利亚人的典范。

闫利娜: 想到中国曾经拒绝过这样一位,为了拯救弱小踏入战火的修女,我是这样的酸楚难过。想到她做的每一件细微的事,这些事,其实都是我们可以做却做不到的事,为我们自己汗颜的同时,她会成为一盏明灯,指引我们前进。

青露: 她爱人超过了爱自己,她这一生从没有为自己考虑过而是把天主永远的放在第一位,她的爱是如此之大!

伟涛:爱,直到受伤,德肋莎修女完全诠释出这句话的真理了,我喜欢她在爱中的执着,在爱中的喜乐,她心里眼里脑海里都是给予别人。

 

 


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Indians: Mother Teresa, truly a saint !

We are happy to receive and post some reflections about Mother Teresa received from India – Catholics, Hindus and non-believers. These once again confirm the love and highest esteem that Indians have for this woman who put at the center of her life the poorest of the poor.

“It is our great privilege to celebrate the canonisation ceremony of Mother Teresa”, states Fr. Jerin, who is from Kerala, a state where there is a strong Catholic presence. “She is more than a mere religious figure for Indians. Mother is pure and radical symbol of unconditional love, deep sense of compassion, strong faithfulness towards God and the real face of Christian Charity for Indian civilization.” Fr. Jerin, who studied in Rome a few years ago, continues: “Her canonisation is an honour to our own society, in which the democratic values have a deep roots. Mother Teresa Sisters are still promising figures and extraordinary Christian testimonies among other religious communities”.

According to the father, the whole India is awaiting for September 4, when the blessed Mother Teresa will be canonised in St. Peter by Pope Francis. Kolkata, which is the adopted hometown of Mother Teresa, is the powerhouse of celebrations, that take place all over Indian States. Various  delegations, including religious, political and regional representatives, will participate in the ceremony in Rome. The father explains that symposiums, film festivals, open air galleries, road shows, and many more initiatives have started to cherish each moments of this unforgettable event as a sincere tribute to Mother Teresa. Masses, prayer vigils, novenas, processions, relic veneration rallies, pilgrimages to Mother Teresa Centeres are the main attractions of spiritual preparations organized by Christian Communities.

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Among the Indian non-Christians, Mr. Shantanu, originally from North of India, is enthusiastic: “She is truly a Saint! Totally selfless and always in the service of those sufferers who are the most unfortunate and the most disadvantaged, marginalised and excluded of all.” He also feels that “Mother Teresa’s passionate engagement in this most humane of causes deserves every recognition – and the sainthood is indeed a fitting award consistent with her sacrifice (even if she did not consider it that way – at all!) which is another compelling reason for this accolade.”

According to Mrs. Vasundhara, a Hindu lady in her fifties, “Mother Teresa holds a special meaning for most Indians whether or not they belong to the Catholic religion. For the poor people of this part of the world she has always been a Saint – who left her home in Central Europe – far far away and came as an angel of hope.”  Mrs. Vasundhara continues by recalling what Mother Teresa did for the abandoned ones, providing caring for those who were rejected by their families and by Society – at large – excluded for no fault of theirs – other than their falling victims of disease. “She was brave and transcended fear of infection – in embracing them and accepting them and nursing them in her ‘home’, showing extreme magnanimity and generosity! She was loved and admired universally – by people of all religions, and of any caste or creed. A goddess incarnate!”.

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Around St. Peter square the day before the canonization cerimony

Another Hindu lady, Mrs Roy, had various opportunities to meet Mother Teresa and shared something from that experience with us. “Luckily, I have met her three times when I lived in Rome in the 80s and 90s. She was always so affectionate and blessed my little son each time. He has done very well in life – both academically and in career”. Mrs Roy believes that this encounter with Mother Teresa might have worked unconsciously in contributing to his decision to have worked for two months when he was in his twenties, with an NGO in Kolkata focused on the welfare of disadvantaged children. “A wonderful experience for a young person with desire to end misery for the unfortunate children” – she adds. “To me, Mother Teresa struck me as divine – no less. She had an aura around her which showed that she was indeed very special already, forty years ago. The sainthood she is receiving now is only a natural extension of the way she lived her life – for the benefit of humanity and in the service of mankind. Her contribution to the cause of the poor and the downtrodden is unsurpassed.”


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我和圣德肋撒修女的会面

我门登出我们的好朋友,瓦勒利安神父的一个美丽和感动的分享,他居住在马哈拉施特拉邦(也就是孟买大城所在地)的一位慈幼会印度神父。他为了即将到来的与期待已久的德肋撒修女封圣的大事而写给我们,该封圣大典星期天在圣伯多禄大殿举行,由教宗方济各主持。瓦勒利安神父的这个见证一方面让我们很感谢他,因为他愿意跟我们分享这些直接认识德肋撒修女的经验,那么深入地留在他心里和记忆里的经验。另一方面我们不能不觉得一点“后悔”,因为我们很多人都没有见到这位现代又小又伟大圣女的幸运。愿天上的德肋撒修女能够接近我们所有人,带来她的母爱和转求。

印度慈幼会士瓦勒利安·佩勒伊拉神父

俗话说的好:“与圣人们住在天上带来尊荣,与圣人们住在地上故事则不同,更恰当一点说是“假圣人””。我有运气在印度几次见到了德肋撒修女,九月四日星期天教宗方济各在圣伯多禄大殿主持她的封圣,而她的确不是像一些批评者所诬蔑的,是一个假圣人。

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我和这位修女首次私人接触是1987年在孟买机场。通过了候机室的安全检查后,我发现了有一群人站着,敬畏地看着一位单独静坐的人。我一走近了现场,就认出了是德肋撒修女,她穿着蓝边的白纱丽,带着简陋的皮包。我内心有股动力驱使我接近她。她以甜美的笑容和欢迎的点头,邀请我坐在她旁边。因此我介绍自己是圣若望·鲍思高的慈幼会神父。我们一开始短的对话,她就以母亲的态度对待我。我说我住在浦内,并向她要一个比“亲笔签名”还重要的事物—给我的年轻修士团体留言。这是她写的话:“你们要教导修士们在牺牲里找到喜乐”。这让我想起了圣若望·鲍思高的母亲玛加利大,当儿子晋铎对他所说的话:“你记住,作为神父代表开始受苦”。多年来我明白了“牺牲里的喜乐”是母亲的本质,就像身为父母一样。我不但能体验到这个智慧的教导,而且也体验了作为慈幼会神父与牧人的困难。

每当德肋撒修女有可能的时,她都会参加IRC(印度神职人员会议)的年会。令我感动的是,虽然她每次都安静地且不张扬地参加,但是她的谦虚临在,以及休息时与会员们活泼的谈话,就是一个对我们大家有巨大影响的培育机会。

但我对德肋撒修女最美好的记忆,是1990年我在加尔各答为仁爱传教会修女主持的避静中。与会者是许多仁爱传教会团体的院长,她们来自东非洲与亚洲。她们团体的创办人,即德肋撒修女,也会来参加。德肋撒修女在避静前一天的深夜抵达了机场。一小群修女亲热地接待了她,移民官员也很尊敬地对待她。可是问题发生了。陪德肋撒修女的波兰初学修女被移民局挡住了,因为当时共产注意的波兰跟印度没有外交关系。她们无法联系上移民局主任,为要求一个特殊许可。当时在场服务的移民官员建议德肋撒修女先去修女院,与此同时他们会处理波兰初学修女的事情,等候获得入境许可。德肋撒修女留在修女身边,说:“你们扣留了我女儿,所以我必须和她在一起”。晚上两点钟终于联系上了移民局主任,修女也得到了入境许可。这真是一个“牺牲里喜乐”的伟大见证!

第二天早上,虽然过了一个不眠之夜,为了作首次默想,德肋撒修女七点准时临在圣堂里。她虔敬地参与了所有礼仪,坐在最后一排专心聆听着。我被她谦虚的临在打败了,每次默想之后我坐在她旁边,邀请她分享自己的反思—她谦虚和尊敬地作了这事。我是从前面高处讲理论道理,而她是从后面讲道,她讲的话体现在她生活完全奉献的行为上,并体现在向贫穷、病人和被抛弃者的母爱行为上。

在一位一直很尊重的圣女面前讲道里,虽然有点不好意思,却是一种特权。所以当她以孝爱信赖之心靠近我,为了得到精神支持和办告解之时,我就无限紧张了:我甚至连赦免的祷文都记不住了!德肋撒修女那时是一位告解者,她使我悔改成为一位忏悔的听告解司铎。

避静结束后,德肋撒修女对我非常感激,她还送给了我一串念珠,为给我母亲。她甚至答应了第二天去拜访内罗毕的圣鲍思高的儿童城。但由于感染上了流感,所以很遗憾没去成。

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在一个被仇恨和毁灭大力撕裂和恐怖的世界上,在一个充斥着践踏女性尊严的罪行社会中,九月四号德肋撒修女的封圣会像一个无私母爱的灯塔一样出众。这个封圣不但会把德肋撒修女列入天主教会圣人之间,而且也会给予所有人灵感,在我们路程上遇到的,和住在我们家里的每个女人脸上,认出与尊敬天主的“母性面容”。

“凡你们对我这些最小兄弟中的一个所做的,就是对我做的”,愿这天主圣言实现在我们的生活中,有如伟大仁爱传教者“母性德肋撒圣女”,在她的生活中所做的一样。

 

 


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I miei incontri con Santa Madre Teresa

Pubblichiamo una bella e commovente condivisione del nostro caro amico padre Valerian, sacerdote salesiano indiano che vive nello Stato del Maharashtra, dove si trova la grande città di Mumbai (Bombay). Ci scrive in occasione della prossima tanto attesa canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, che si terrà a San Pietro domenica prossima e sarà presieduta da Papa Francesco. Questa testimonianza di padre Valerian ci rende da una parte molto grati a lui per aver voluto condividere queste esperienze di conoscenza diretta di Madre Teresa, che gli sono rimaste così profondamente nel cuore e nei ricordi. Dall’altra parte non possiamo non provare un po’ di “rammarico” per non aver potuto molti di noi avere la fortuna di incontrare questa piccola grande santa dei nostri tempi. Che Madre Teresa dal Cielo possa venire incontro a tutti noi con il suo amore materno e la sua intercessione.

Dall’India Padre Valerian Pereira, sdb

C’e’ un detto “ vivere con i santi in cielo porta onore e gloria, ma vivere con i santi sulla terra è piuttosto una storia diversa, si tratta più che altro di “pseudo-santi”. Madre Teresa, che ho avuto la fortuna di incontrare alcune volte in India e sarà canonizzata da Papa Francesco domenica prossima 4 settembre a San Pietro, certamente non era una pseudo-santa, come la stigmatizzavano alcuni critici.

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Il mio primo contatto personale con questa suora fu all’aeroporto di Mumbai nel 1987. Dopo aver superato i controlli di sicurezza in sala partenze, vidi una folla di gente in piedi in soggezione che guardava una persona che era seduta in silenzio, tutta da sola. Appena mi sono avvicinato alla scena, ho riconosciuto Madre Teresa nel suo sari bianco bordato di blu e la sua semplice borsa. Qualcosa dentro mi ha spinto di avvicinarmi a lei. Con un dolce sorriso e un cenno di benvenuto, mi ha invitato a sedermi al suo fianco. Mi sono così presentato come un sacerdote salesiano di San Giovanni Bosco. Gia’dall’inizio della nostra breve conversazione, ha avuto con me un approccio molto materno. Le ho detto che ero a Pune e le ho chiesto più di un “autografo” – un messaggio per la mia comunità di giovani seminaristi. Questo è quello che ha scritto: “Insegnate ai vostri seminaristi a trovare gioia nel sacrificio.” Mi sono ricordato delle parole di mamma Margherita al figlio, Giovanni Bosco, appena fu ordinato sacerdote: “Ricorda, essere prete significa cominciare a soffrire.” Nel corso degli anni ho capito che “la gioia nel sacrificio” è l’essenza della maternità, proprio come essere genitori. Ho potuto sperimentare questo insegnamento di saggezza, e anche le difficoltà in quanto sacerdote e pastore salesiano.

Ogni volta che le era possibile, Madre Teresa partecipava alle riunioni annuali del CRI (Conferenza dei religiosi indiani). Quello che mi colpiva e’ che nonostante partecipasse quasi sempre in silenzio e senza pretese, la sua presenza umile e i suoi colloqui vivaci con i membri dell’Assemblea durante le pause erano un’occasione formativa di grande influenza su tutti noi.

Ma il mio ricordo più bello di Madre Teresa e’ stato era durante gli esercizi spirituali che fui invitato a presiedere per le Missionarie della Carità a Calcutta nel 1990. I partecipanti erano le superiori di molte comunità delle Missionarie della Carità provenienti dall’Africa Orientale e dall’Asia. Vi avrebbe partecipato anche la loro fondatrice, appunto Madre Teresa. Madre Teresa arrivo’ all’aeroporto a tarda notte, la sera prima degli esercizi. Fu accolta affettuosamente da un piccolo gruppo di suore ed fu trattata con rispetto dai funzionari dell’immigrazione. Tuttavia, si presentò un problema. La giovane novizia dalla Polonia che accompagnava Madre Teresa fu fermata all’ Immigrazione poiché, a quel tempo, la Polonia comunista non aveva relazioni diplomatiche con l’India. Non fu possibile contattare il capo dell’Ufficio dell’Immigrazione per chiedere un permesso speciale. Il funzionario in servizio in quel momento suggerì a Madre Teresa di recarsi al suo convento mentre loro si occupavano della sorella polacca in attesa di ottenere il permesso d’ingresso. Madre Teresa rimase con la suora dicendo: “Avete trattenuto mia figlia pertanto io devo stare con lei.” Il responsabile dell’immigrazione fu finalmente contattato alle 2 di notte e fu concesso il permesso d’ingresso per la giovane novizia. Che grande testimonianza materna di “gioia nel sacrificio”!

La mattina successiva, nonostante una notte insonne, Madre Teresa era presente puntualmente alle 7 nella cappella, per la prima meditazione. Con devozione partecipò a tutti i momenti liturgici, ascoltando con attenzione seduta nell’ultima fila. Sopraffatto dalla sua presenza umile, dopo ogni meditazione mi sedevo al suo fianco invitandola a condividere le proprie riflessioni – cosa che ha fatto con umiltà e rispetto. Mentre io predicavo dalla parte anteriore della sala, da un piedistallo di teoria, lei predicava dal lato in fondo alla stanza, con parole incarnate in atti di totale donazione della sua vita e di amore materno per i poveri, i malati e gli abbandonati.

Predicare alla presenza di una santa che ho sempre tenuto in alta considerazione, e’ stato un privilegio, seppur imbarazzante. Pertanto, quando lei mi si avvicinò con fiducia filiale per ricevere un supporto spirituale seguito dalla sua confessione, il mio nervosismo non conosceva limiti: non riuscivo proprio a ricordare la formula di assoluzione! Madre Teresa era una penitente che mi ha convertito in un confessore pentito.

Alla fine del ritiro, Madre Teresa mi ringrazio’ profusamente donandomi gentilmente un rosario per mia madre. Accetto’ perfino di venire a visitare la città dei ragazzi di Don Bosco a Nairobi il giorno seguente. Sfortunatamente non poté fare la visita perché contrasse l’influenza.

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In un mondo terrorizzato e lacerato dalle forze dell’odio e della distruzione e in una società piena di crimini contro la dignità delle donne, la canonizzazione di Madre Teresa il 4 settembre si distinguerà come un faro di disinteressato amore materno. Questa canonizzazione non sono annovererà Madre Teresa tra i Santi della Chiesa Cattolica, ma ispirerà tutte le persone a riconoscere e rispettare il volto “materno” di Dio nel volto di ogni donna che incontriamo sul nostro cammino e vive nelle nostre case.

Possa la Parola di Dio “qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli e sorelle, lo avrete fatto a me”, concretizzarsi nelle nostre vite, come ha fatto nella vita della grande missionaria della carità, la “materna Santa Teresa”.


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穷人的奥运会

我们收到一篇基督徒有关奥运会的反思,并将它刊载在自己的网站上。大家都知道,目前巴西的里约热内卢正在举办奥林匹克运动会。这篇文章是由厄娃妮尔达(Evanilda)写的,她是一位甜美可爱的巴西修女。有很长一段时间,她曾在意大利从事儿童教育和初领圣体前的要理准备工作,最近才回到了自己的祖国。我们衷心感谢她不时地在我们的博客上发表她在拉美的见证,拉美是一个基督徒居多的大陆,我们敬爱的教宗方济各就是来自这里。这是一个社会-经济发展飞速的大陆,但这里也存在着严重的冲突和挑战,诸如社会的不平等和教派的日增等。在2016年的奥运会标志上可以清楚地看到“一个新世界”这样的字样。在厄娃妮尔达修女反思的光照下,我们可以自问:这个新世界是向一切人开放的吗?每个人都拥有相同的机会吗?

巴西 厄娃妮尔达修女

青年们觉得这次奥运会是一个真正展现自己才华的机会,同时也可以推动其他年轻人学会发掘自身的能力和接纳其它的可能性。他们说,借着这种方式,人们可以欢欣庆祝,了解不同的文化,缔结兄弟友情。但不是每个人都能从这种可能性中得到收获。实际上,对穷人来说,里约奥运会是一个能够有工作和多挣点钱的机会。对改善他们的艰难和贫穷状况抱有一线希望。
我从每天所接触的青年们的谈话中得知:很可惜,巴西奥运会只是属于那些更富有的人群。穷人不但不可以参与,就连观看都不能,因为门票非常的昂贵,以至于他们都买不起。在巴西,很多时候,钱都掌握在有权和有钱人的手里,这是一个再也无法忍受的丑闻。尽管社会和经济方面有很大的成就,我认为巴西还有很多地方需要发展和改善,特别是在推动医疗卫生和教育方面,更需要加大力度。

如果奥运会不能为大众带来好处,那就什么也不是。相反,它会导致愤怒和不满,因为穷人都被排除在外,许多年轻人也不能参与。巴西不应该只是给世界展现其伟大而壮观的创造力和艺术。他首先需要努力给予所有巴西人民所渴望的东西,那就是工作,医疗和教育,并能够遵照正义和真理进行合理的分配。

当然,筹办奥运会是一件非常美好的事,因为这项活动促使许多年轻人相信他们的技能,并对自己的梦想可以成真而抱有希望。摧毁年轻人的梦想几乎就等于是谋杀。可惜现实就是,穷人因为不能靠近这次奥运会而感到痛苦,因为各比赛项目的门票太昂贵,为此,大部分人都不得不留在城外的教区。谈到机会,如果一切顺利,穷人能够通过卖饮料,或者是在游客来往的地方张搭临时帐篷或直接在街头卖一些旧货来挣一点钱。

即使奥运会结束了,但巴西仍然有很大的完善空间,如果对未来还充满希望,可以想法在资源方面投资,并从过去的经验中学习,尽可能的不再犯同样的错误。愿天主扶持那些明智和有远见的统治者,好能帮助贫穷弱小者,就是那些没机会发出自己真实声音的人,以及那些没有享受到应有的人权和尊严的人们。很遗憾,即使在今天的巴西,一方面是贫民区的穷人继续遭受排斥,而另一方面却是有钱有势的人在享乐、宴庆。