ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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I sogni di Papa Francesco: “Querida Amazonia”

Ieri si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco “Querida Amazonia, frutto dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica conclusa con il testo intitolato “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”, che si è svolta dal 6 al 27 ottobre 2019.

Papa

All’inizio della conferenza è stato mandato un video introduttivo “Esortazione Apostolica Postsinodale Querida Amazonia”: nel quinto anniversario della Laudato Si’, Papa Francesco vuole condividere quattro grandi sogni per l’amata Amazzonia.

Alla conferenza sono intervenuti:

Em.mo Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, che ha ricordato l’Angelus del 15 ottobre 2017, durante il quale il Papa ha indetto l’Assemblea Speciale del Sinodo dell’Amazzonia. Da quel momento è iniziato il processo sinodale. Il questionario è stato pubblicato l’8 giugno 2018. Si sono svolti 260 eventi nel territorio amazzonico, tra assemblee, forum e altre attività. Hanno partecipato piu di 87.000 persone all’evento. Durante il Sinodo c’è stato ascolto e attiva partecipazione. Diversi sono stati gli interventi del Papa durante il Sinodo: il discorso di apertura in cui ha parlato di quattro dimensioni, quella pastorale, culturale, sociale ed ecologica, che si rispecchiano nel Documento finale. L’Esortazione sviluppa il tema di nuovi cammini nelle quattro dimensioni.

Em.mo Card. Michael Czerny, S.I., Sotto-Segretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, che ha ricordato che al centro dell’Esortazione c’è l’amore del Papa per l’Amazzonia e per i suoi popoli. L’Amazzonia ha colpito il Papa nel suo splendore e dramma. Questo denuncia tutta una serie di avvertimenti. Il Papa prega che tutta la Chiesa si lasci arricchire e mettere in discussione da questo grido e che si possa trovare ispirazione in questo documento. E’ un’Esortazione post-sinodale, è un Documento magisteriale. È costituito da proposte che i padri sinodali hanno votato e approvato. Il Papa incoraggia tutti a leggerlo integralmente e ad avanzare lungo cammini concreti per consentire all’Amazzonia di liberarsi dai mali che l’affliggono.

P. Adelson Araújo dos Santos, S.I., Teologo e Docente di Spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana, che arriva da Manhaus, in Amazzonia. Dal punto di vista teologico la prima cosa che spicca è il titolo dell’Esortazione, “Querida Amazzonia”, cara Amazzonia, che indica che il Papa vuole dire a questi popoli che sono amati da lui. Ci esorta a prenderci cura dell’ambiente che ci è stato donato tutti i giorni. Perché chi ama si prende cura. Invece di presentare conclusioni o proposte concrete, il Papa preferisce condividere quattro suoi sogni: quello pastorale, culturale, sociale ed ecologico.

Suor Augusta de Oliveira, S.M.R., Vicaria Generale delle Serve di Maria Riparatrici, che ha parlato di conversione pastorale, culturale, sociale ed ecologica. L’Esortazione è un dono prezioso, è il coraggio di sognare, alimenta speranza e progetta il futuro con proposte possibili. Colpita dal titolo che ha un significato grande e particolare: manifesta amore, tenerezza, impegno, cura, protezione e affetto. Il cammino sinodale ha aperto molti orizzonti. I quattro grandi pilastri dell’esortazione formano la base per continuare a navigare e a sognare per e con l’Amazzonia: è proprio questo il grande appello dell’Esortazione. Suor Augusta sottolinea anche che nell’Esortazione trovano posto la forza e il dono delle donne: molte comunità lungo i fiumi, nelle foreste e nelle città esistono e si mantengono grazie alla forza, al coraggio e alla generosità di tante donne che trasmettono la fede. Una presenza attiva che offre un contributo davvero prezioso.

Prof. Carlos Nobre, Scienziato, Premio Nobel 2007, Membro della Commissione Scienze Ambientali del Consiglio Nazionale di Sviluppo Scientifico e Tecnologico, che sottolinea come Papa Francesco abbia aperto e incoraggiato alla partecipazione al Sinodo il mondo degli scienziati, come già fatto per la Laudato Si’. L’Esortazione si ispira infatti alla Laudato Si’, alla cura della Casa comune, e potrebbe essere la “figlia” di Laudato Si’. A nome della comunità scientifica, il Professore ha appoggiato le tesi di “Querida Amazonia”. Si sofferma sul tema dell’agricoltura sostenibile: il Papa ci esorta alla ricerca di un’agricoltura sostenibile e a cercare energie non inquinanti. Ci invita a creare posti di lavoro dignitosi, a costruire un modello di sviluppo sostenibile in un mondo in cui nessuno sia lasciato indietro. Si sofferma sul tema della saggezza indigena: le popolazioni indigene sono le custodi del sapere della foresta. Per esempio, l’agricoltura a mosaico, che comporta la salvaguardia della natura. L’antica saggezza indigena, con le nuove tecnologie, vanno unite: la scienza e le tecnologie avanzate insieme ad una conoscenza locale possono generare ecologia integrale, che può favorire il pieno sviluppo dell’umanità. La foresta amazzonica è il cuore biologico della terra, il pianeta non può vivere senza l’Amazzonia. Per rispondere al grido dell’Amazzonia e mantenere il cuore della terra, dobbiamo abbandonare il modello attuale che inquina e questo appello del Papa incoraggerà la Chiesa a svolgere il suo ruolo in Amazzonia e oltre. Tutto questo per promuove inclusione e sostenibilità, per rendere realtà i sogni di Papa Francesco.

Presente con un contributo video, S.E. Mons. David Martínez de Aguirre Guinea, O.P., Vescovo del Vicariato di Puerto Maldonado, Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, che ha ricordato che a Puerto Maldonado ha avuto inizio l’avventura del Sinodo e da quel giorno è iniziato un processo di ascolto di tutte le comunità indigene e di contadini per tracciare nuovi cammini per un’ecologia integrale. Il Papa ha posto l’Amazzonia nel cuore della Chiesa. Già il titolo dell’Esortazione, “Querida Amazonia”, dimostra l’amore che il Papa ha per questo territorio. L’Esortazione è una poesia d’amore, che piange per i crimini e le ingiustizie e che mostra anche la meraviglia della bellezza di questa foresta e di questi popoli. L’Esortazione ci incoraggia a cercare nuove vie di consenso e ad essere vicini ai più vulnerabili e a prenderci cura della nostra Casa Comune.


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乐在苦中

我们把罗马观察报2020年2月4日的一篇文章刊登在我们的博客上。其中文翻译由我们的博客负责。若某版权拥有者不喜欢我们把这篇文章放在网站上,我们可随时立刻删除。

常年期第五主日福音

方济各神父

本主日福音像一颗珍贵的宝石一样镶嵌在真福八端与山中圣训之间,它叫我们成为盐和光,为了有助于建立一座城市,那里天主有形可见,且人人都触手可及。

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福音上说的不是「你们将是」而是「你们是」;这是一种情况,一种圣召,是我们的本质,因天主的恩典接受到了一个在今日生命中真正和特有的见证使命。世界有权利、愿望、和需要的一个见证,更好说是一个预言的见证。

成为地上的盐意味着对我们自己,并对有时不知怎么称呼自己的现代人类说,你是爱子。它的意思是给一个经常被断定的生活带来新的味道,该生活被那些认为自己毫无罪污的人放在了角落,他们是无情和虚伪的哨兵,嘲笑你的弱点,没有屈躬迎接和保守它,反倒判决使之孤立。

成为光的意思是高举着耶稣的圣言、真福八端。是温和地,无所需求地倾听弱点,传达信仰真实的快乐,表现出基督信徒真正的团体与身份,也就是成为真福八端的民族。成为光就是打断我们劳累的自我封闭,我们的自我主义,打开自己,并给所有人奉献真正的光,那照耀每个人的光。我们需要的是那些发光的,而不是颁布不可上诉的判决的基督信徒;是热爱世界,而不是从他们象牙之塔上鄙视它的男人和女人。

盐和光贯穿整个圣经,在福音里他们不是一个比喻,而是基督徒生活的身份。我们都要非常小心,不要成为像雇佣军一样的人,他们穿上制服去谈论,甚至高喊是基督徒,甚或以西方基督徒的身份,为了自己的利益而利用教会。有些人,「守护」一个没有基督的基督宗教,为了用它猛烈地反对世界,其实他们是自己和自己权力的守护者,是我们再也无法容忍的荒谬宗教战争的新十字军。我们不是要守护基督、教会、与世界,而是要服务和喜爱他们。

城市不需要守护者,而需要工人,因为要把它重新置放在山上。乐在苦中,借助圣神的力量,我们被召唤首先以慈善的行动,一砖一瓦地打破使这座城市成为堡垒的高墙;然后,我们要建立弟兄友爱的空间,那里天父将慈悲的手伸向所有人,并显出祂的光荣,而不是我们自己的光荣。耶稣说得很清楚:「你们应当心,不要在人前行你们的仁义,为叫他们看见」(玛 六,1)。真福八端的对立面就是虚伪。

拯救的历史教导我们,天主在历史上的计划表示出祂的意愿,不因城市的缺点而鄙视它,但要改变它的面貌。


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Con gioiosa fatica

Postiamo sul nostro blog un testo pubblicato sull’ Osservatore Romano del 4 febbraio 2020. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza dell’articolo sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. 

Il Vangelo della V Domenica del Tempo ordinario

Don Francesco Pesce

Il Vangelo della scorsa Domenica è incastonato come una gemma preziosa tra le Beatitudini e il Discorso della montagna, e ci chiama ad essere sale e luce per contribuire alla costruzione di una città dove Dio sia visibile e alla portata di tutti.

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Il Vangelo non dice «Voi sarete» ma «Voi siete»; è una condizione, una vocazione, è la nostra natura che per Grazia ha ricevuto un vero e proprio ministero della testimonianza nell’oggi della vita. Una testimonianza, più ancora direi una profezia, di cui il mondo ha diritto, desiderio, bisogno.

Essere sale della terra significa dire a noi stessi e all’uomo moderno che a volte non sa più neanche come si chiama, tu sei figlio amato. Dare un nuovo sapore ad una vita troppo spesso giudicata, messa all’angolo da chi si crede senza macchia e senza colpa, spietate e ipocrite sentinelle che irridono la tua fragilità e invece di curvarsi per accoglierla e custodirla la condannano all’isolamento.

Essere luce significa tenere alta la Parola di Gesù, le Beatitudini. Ascoltare le fragilità, con mitezza, senza pretendere nulla, comunicando la gioia vera della fede, manifestando la vera comunità e identità cristiana che è essere il popolo delle beatitudini. Spezzare le stanche chiusure su noi stessi, i nostri individualismi, aprendoci, e offrendo a tutti la luce vera quella che illumina ogni uomo. Abbiamo bisogno di cristiani che emanano luce e non sentenze inappellabili, uomini e donne che vogliono bene al mondo e non lo guardano con disprezzo dalla loro torre d’avorio.

Il sale e la luce percorrono tutta la Scrittura e nel Vangelo non sono metafora ma identità della vita cristiana. Dobbiamo stare tutti molto attenti a non diventare come i mercenari che si mettono addosso una divisa parlando, anzi gridando, di identità cristiana, magari occidentale, per servirsi della Chiesa per il proprio tornaconto. Vi sono alcuni che, “difendono” un cristianesimo senza Cristo per scagliarlo con violenza contro il mondo, in realtà difensori di loro stessi e del loro potere, nuovi crociati di una ridicola guerra di religione che non possiamo più tollerare. Cristo la Chiesa il mondo non si difendono ma si servono e si amano.

La città non ha bisogno di difensori, ma di operai perché deve essere ricollocata sul monte. Con gioiosa fatica, con la forza dello Spirito Santo siamo chiamati con le nostre opere buone, mattone dopo mattone, prima di tutto ad abbattere le alte mura che hanno fatto della città un fortino; poi dobbiamo costruire spazi di fraternità dove il Padre tenda a tutti la sua mano misericordiosa manifestando la sua Gloria, non la propria gloria. Gesù è stato molto chiaro: «Guardatevi dal compiere le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati» (Mt 6, 1). L’opposto delle beatitudini è infatti l’ipocrisia.

La storia della salvezza ci insegna che il disegno di Dio nella storia esprime la Sua volontà di non disprezzare la città a causa delle sue mancanze, ma di trasfigurarla.