ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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La festa era pronta ma gli invitati non nè erano degni

Riflessioni sul Vangelo della XXVII Domenica  Mt 22,1-14 (Forma breve Mt 22,1-10)

 In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:

“Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.”

Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 

Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.  Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Le tre parabole di queste ultime tre domeniche hanno sviluppato progressivamente il tema della denuncia contro le massime autorità religiose che si mostrano ostili al disegno di Dio.

Gli invitati non solo non sono venuti perché non avevano tempo per fare festa, troppo occupati a difendere i loro interessi, ma anche hanno ucciso tutti i sevi, cioè i profeti ‘La festa  era pronta, ma gli invitati non ne erano degni; ora andate ai crocicchi delle strade”. Il termine greco indica più precisamente il confine di un territorio, dove le strade romane terminavano e iniziavano le campagne con i loro sentieri.

Gesù vuole indicarci di andare verso le periferie, dove vivono gli esclusi, gli emarginati. La missione della Chiesa deve avere nelle periferie il suo centro:“’E tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze’”, tutti, non c’è più un popolo eletto, ma c’è una chiamata universale.

Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale”. Chi accoglie la chiamata, la deve poi vivere in un cambiamento concreto, a partire dalla eucarestia. L’eucaristia è un modo di vivere, non un rito. Stiamo tutti molto attenti al rischio di ridurre l’eucarestia ad una devozione privata, intimistica, in un rapporto esclusivo tra me e il Signore, dove  gli altri e il mondo non ci sono più. Il nostro battesimo è un battesimo che ci deve rendere appassionati , incapaci di stare in silenzio davanti alle ingiustizie. L’annuncio del vangelo è affidato  a chi ha questa passione, ed è un annuncio urgente, perché Gesù  ricorda la Scrittura verrà dopo la Giustizia e la Giustizia ancora non c’è.

Il vangelo nella sua potenza può vincere ogni resistenza: anche le nostre schiavitù pesano sulla nostra vocazione; ci impediscono di metterci in cammino verso un esperienza di liberazione, di passaggio a una vita nuova; forse accusiamo varie situazioni esterne, ce la prendiamo con qualche faraone di turno: la verità è invece nel riconoscere che dentro di noi c’è la schiavitù c’è l’ostinazione, c’è il rifiuto a vedere segni, i miracoli, il passaggio di Dio nella nostra vita. Allora possiamo ricevere tutti i sacramenti che vogliamo, possiamo credere di essere buoni e giusti perché non facciamo il male, ma siamo lontani dal vivere la gioia di questo passaggio di Dio dentro di noi.

Non abbiamo sempre compreso che le scelte fede, sono esperienze che vanno vissute, dentro la nostra esperienza umana, perché sono il segno, la manifestazione dell’agire di Dio in noi. Quando Dio è in noi, pur camminando tra le vicende non sempre facile di questo mondo, è certo che siamo aperti ad una esperienza nuova di libertà che dà una gioia nuova alla nostra vira.

 


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关于圣方济各的讲道词

圣方济各在那个圣神的大探险中,也就是在我们的信仰生活中支持我们。

他证明了,天主圣言是天主在我们身上、在世界上、在历史上所说的爱的圣言,该圣言像轻风一样吹拂着我们的生活,而在许多日子里生活经常是那么地困难。

他证明了天主圣言是有效的圣言,实行它之所以被派遣的一切。

他证明了天主圣言在它内带来每个肉体的呻吟,以及全体迈向天主圆满行程的呻吟。

他在罗马这里证明了一个与伯多禄和为伯多禄祈祷的教会,是一个走向复活了的耶稣的教会。

他作为先知证明了误会的痛苦,还有不幸的先知经受嘲笑的痛苦。

他证明了圣诞节的喜乐

他证明了领圣体不是一个礼仪,但是一个生活方式,一个永恒生活的方式。

他的见证持续了几个世纪,从他遇见的麻风病人开始,一直到我们现代的麻风病人。

我们的社会要从平等与友爱的伟大原则得到启发,该原则对启蒙运动和基督徒原则有密切关系,但我们的教会处在一个使圆圈成为四方形的不可能的状况里。此社会假装要在它内,在它的城市内,插入被排斥者、(移民者、非法者、无家可归者、囚犯者)但做不到;为什么做不到?

社会做不到是因为应该在它基本的原则里挑战自己,但没有勇气,更好说是我们没有勇气。

圣方济各有过挑战自己、挑战他那时代的社会与教会的勇气;而开始了另外一个方济各,另外一个社会,另外一个教会。

今天我们处在非常焦虑不安的时代。有不同类型的焦虑。不幸的是有不健康的、不良的、暴力的、种族主义的、自私的、资产阶级的焦虑。

不过,健康的焦虑不安出自扩大我们城市界限的愿望,为的是给被排除在外者留位置,并出自更新我们社会规则的需要,好使暴力不在我们内诞生;而这已正在发生。

这健康的焦虑、道德的、法律的、政治的、宗教的焦虑,是我们尊严的最后边缘。

圣方济各也是每个人的人性尊严的一位证人

圣方济各证明说耶稣走进毎个时代的麻风病人中,为了教他们停止称自己为不洁净,教他们看我们城市进而发现它们才是经常不洁净的。这是基督信徒的革命,这是根本的扭转。若我们用真福八端经文祈祷,我们会发现经文是由不洁净者所组成。

让我们请圣方济各转求,好使我们没有任何人让耶稣成为一个适合我们社会尺度的先知。

让我们请他在天主面前为我们转祷,为了扩大我们的边界、我们的空间、我们的心,来欢迎所有时间的弱小者。


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La nostra vigna senza più mura

La nostra vigna, la nostra Europa, il nostro mondo, sono davvero come quella descritta da Isaia: ormai i muri di cinta non ci sono più, ormai siamo provvidenzialmente assediati dai poveri, da quelli che sono esclusi.

Ci sono allora quelli che guardano con contentezza a questi popoli che sono arrivati, a questa nuova possibilità di fraternità.

Altri vivono in un una paura indotta, un sospetto non certamente cristiano, e vorrebbero restaurare un passato che non c’è più; e ben passato sia. Alcuni tentativi di recuperare una situazione di occidente padrone, o anche di una civiltà cristiana, sono patetici, antievangelici e nascondono solo maldestre manovre di mantenimento di poteri e privilegi.

Siamo comunque in una situazione sociale, politica e anche religiosa divisa, lacerata; è un bene che sia così. In questo modo noi cristiani siamo costretti a fare delle scelte precise; nel mondo ma non del mondo ricorda il vangelo; potremmo dire in termini moderni, nel sistema ma non del sistema; i cristiani hanno l’obbligo di schierarsi dalla parte degli esclusi, delle pietre scartate come Gesù, costi quel che costi.

Nel vangelo di questa domenica, Gesù si rivolge ancora «ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo» (Mt 21,33), cioè a tutti quelli che avrebbero dovuto custodire la vigna. Al contrario, approfittando del loro incarico, hanno tramato soltanto per i loro interessi.

Quale raccolto si attendeva il Signore? Isaia: Aspettavo giustizia, attendevo rettitudine, non più grida di oppressi, non più sangue! Il frutto che Dio attende è una storia che non generi più oppressi, sangue e ingiustizia, fughe disperate e naufragi.

L’autorità è davvero preziosa quando si prefigge di prendersi cura. A volte purtroppo si vedono vignaioli, autorità, poco autorevoli, che si occupano dei propri interessi personali o di famiglia, o di partito o di gruppo di appartenenza, pieni di vanità e di potere; molti mercenari siedono in alto; sono pastori come ricorda il profeta Geremia: che pascolano se stessi e rovinano il popolo di Dio

 

«Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio»”. Ci penso spesso a questo versetto; sta già avvenendo. Non solo il regno di Dio ci viene “tolto”, ma “«Sarà dato a un popolo»”. Sta già accadendo. Sta accadendo a livello di popoli e di nazioni; deve accadere anche a livello delle singole autorità.

Questa sostituzione di popoli e di autorità va intesa prima di tutto come un appello del padrone della vigna, alla conversione; il Signore ci chiama, non solo a mai trasformare la nostra autorità in potere, non solo a produrre vino buono per tutti e non solo per alcuni, ma in modo particolare e urgente ci chiama a riconoscere i segni dei tempi, la presenza del Suo Spirito in mezzo a noi.

Il Signore ha mandato i suoi servi, che sono i profeti, ai contadini, che sono le autorità religiose di ogni tempo. Molti profeti sono stati rifiutati e anche uccisi; molti profeti sono stati messi ai margini e ripudiati; tutto questo si può riassumere nelle difficoltà che ancora oggi il Concilio Vaticano II produce in tanti cosiddetti conservatori, che vogliono conservare solo la loro ideologia e i loro privilegi.

Chi possiede nella Chiesa autorità, deve vigilare perché è molto semplice ridursi a uomini e donne di potere. «Udite queste parabola i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro» (Mt 21,45). La Parola di Dio meditata e pregata ogni giorno, l’Eucarestia celebrata, ci aiutino a servire la Chiesa e il mondo e non a servirsene.

 


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Saint Francis is sustaining us in the great adventure of the Spirit that is our life of faith

He bore witness that the Word of God is a Word of Love that God announces to all of us, to the world, to history and, like a light breeze, caresses our life, so often wrought with difficulties these days.He bore witness that the Word of God is an effective Word that fulfils its mission.

He bore witness that the Word of God carries within it the struggle of all flesh and our entire journey towards the fullness of God.

He bore witness here in Rome that a Church in prayer with, and for Peter is a Church marching towards the Risen Christ.

He bore witness, as a Prophet, to the suffering of being misunderstood and also derided by the prophets of doom.

He bore witness to the Joy of Christmas.

He bore witness that the Holy Communion is not a rite but a way of life, of eternal life.

His witnessing has continued throughout the centuries, starting with the lepers he met on his way, right up to the lepers of our time.

Our society aspires to the great principles of equality and fraternity so dear to the Enlightenment as well as to Christian principles but finds itself in the impossible position of squaring the circle. Our society fools itself that it wants to include the outcasts, (the immigrants, illegal immigrants, those of no fixed abode, prison inmates) within itself, in its towns, but without success. Why doesn’t it succeed?

It doesn’t succeed because our society would have to challenge itself, in its constituent principles and it doesn’t have the courage to do so. In fact we should say we don’t have the courage to do so.

Saint Francis had the courage to challenge himself, society and the Church of his times; and another Francis, another society and another Church began.

Today we find ourselves in times of great disquiet, anxiety. There are various kinds of anxiety. There are, unfortunately, unhealthy, evil, violent, racist, egoistic and bourgeois anxieties.

Instead, healthy anxiety stems from the desire to open wide the boundaries of our cities, so there is space also for those who have been outcast and this stems from the need to update the standards of our society, so that violence does not grow within us; this is already happening.

This healthy, moral, legal, political and religious disquiet is the last shred of our dignity.

Saint Francis also bore witness to the dignity of man, of all men.

Saint Francis bears witness to us that Jesus went among the lepers of all times, to teach them to stop saying they were unclean, to look at our cities and discover they are very often unclean. This is the Christian revolution, the reversal. If we pray with the Beatitudes we can see that our cities have indeed become unclean.

We ask Saint Francis to intercede so no one of us transforms Jesus into an accommodating prophet, one adapted to the standards our society.

We ask him to intercede with the Lord to broaden our horizons, our spaces, our hearts to welcome the needy of all times and always.


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San Francesco una testimonianza che continua a rinnovare il mondo

San Francesco ci sorregge in quella grande avventura dello Spirito che è la nostra vita di fede.Ha testimoniato   che la Parola di Dio è una Parola d’amore che Dio pronuncia su di noi, sul mondo, sulla storia e che carezza come un vento leggero la nostra vita, spesso così difficile in tante giornate. Ha testimoniato che la Parola di Dio è una Parola efficace che opera ciò per cui era stata mandata. Ha testimoniato che la Parola di Dio porta in sé il gemito di ogni carne e dell’intera umanita’in cammino verso la pienezza, di Dio. Ha testimoniato qui a Roma che una Chiesa in preghiera con Pietro e per Pietro è una Chiesa in cammino verso il Risorto. Ha testimoniato come Profeta, la sofferenza della incomprensione e anche della derisione dei profeti di sventura. Ha testimoniato la gioia del Natale. Ha testimoniato che l’eucarestia non è un rito ma uno stile di vita, di vita eterna.

La sua testimonianza continua   lungo i secoli, cominciando dai lebbrosi che incontrava fino ai lebbrosi dei nostri giorni. La nostra società vuole ispirarsi ai grandi principi dell’uguaglianza e della fraternità, cari all’illuminismo, e ai principi cristiani, ma si trova a compiere una impossibile quadratura del cerchio. Fa finta di voler inserire in sé, dentro le proprie città, l’escluso, (l’immigrato, il clandestino, il senza fissa dimora, il carcerato) ma non ci riesce; perché non ci riesce?Non ci riesce perché dovrebbe contestare se stessa, nei propri principi costitutivi, e non ne ha il coraggio, anzi meglio non ne abbiamo il coraggio.

San Francesco ha avuto il coraggio di contestare se stesso, la società e la Chiesa del suo tempo; ed è cominciato un altro Francesco, un’altra società, un’altra Chiesa. Oggi siamo in tempi di grande inquietudine. Ci sono vari tipi di inquietudini. Ci sono purtroppo inquietudini non sane, cattive, violente, razziste, egoiste, borghesi.

La sana inquietudine invece nasce dal desiderio di allargare i confini delle nostre città, perché ci sia posto anche per quelli che sono esclusi e nasce dalla necessità di aggiornare le regole della nostra società, perché la violenza non nasca da dentro di noi; già sta succedendo. Questa sana inquietudine, morale, giuridica, politica, religiosa, è l’ultimo lembo della nostra dignità.

San Francesco è anche un testimone della dignità dell’uomo, di ogni uomo.

San Francesco ci testimonia che Gesù è andato fra i lebbrosi di ogni tempo, per insegnare loro a smettere di dirsi immondi, a guardare le nostre città e scoprire che sono loro molto spesso immonde. Questa è la rivoluzione cristiana, il capovolgimento. Se preghiamo con le beatitudini vediamo che sono fatte di immondi. Chiediamo a San Francesco di intercedere affinchè nessuno di noi trasformi Gesù in un profeta accomodante a misura delle nostre società. Chiediamogli di intercedere presso il Signore per allargare i nostri confini, i nostri spazi, i nostri cuori, per accogliere i piccoli di ogni tempo.