Nel primo venerdì di Quaresima Papa Francesco ci invita a offrire la nostra preghiera e il digiuno per la pace, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Il Papa ha lanciato questo appello durante la preghiera dell’Angelus il 4 febbraio scorso, invitando anche le altre confessioni cristiane e le altre religioni. Come riporta Vatican News diversi gruppi hanno accolto l’appello di Francesco: “La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme. Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal147,3).”

Più di sei milioni di morti nella Repubblica Democratica del Congo. Quattro milioni di profughi e cinque milioni di persone schiacciate dalla fame in Sud Sudan. Una situazione drammatica, come riportato in un articolo di Avvenire di oggi di Padre Giulio Albanese, missionario comboniano con grande esperienza in Africa.
Informa un comunicato della Rete Pace per il Congo: «Papa Francesco continua a lanciare numerosi appelli di pace, in modo particolare, per questi due Paesi dell’Africa . Convinto che disinteressarsi dei problemi dell’umanità in un contesto come quello che affligge il Sud Sudan da moltI anni, significherebbe dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso; sentendo forte il dolore per le popolazioni congolesi sconvolte dalle violenze atroci e dalle guerre, e rinnovando un accorato appello alla coscienza e alla responsabilità delle autorità nazionali e della comunità internazionale, affinché si prendano decisioni adeguate e tempestive per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle, il Papa aveva già presieduto una celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo il giovedì 23 novembre 2017».
Nella nostra parrocchia di Santa Maria ai Monti a Roma, nelle Messe della giornata si dedica una speciale preghiera per la pace, sulla quale mediteremo anche durante la Via Crucis nel tardo pomeriggio.
Da tanti nostri carissimi fratelli e sorelle cattolici nel mondo riceviamo notizie che anche loro stanno vivendo questa giornata seguendo le indicazioni del Papa. Naturalmente dall’Africa. Don Igor, della parrocchia Saint Martin de Tours, nella diocesi di Natitingou in Benin, ha impostato la sua giornata sul silenzio e la preghiera, per sostenere l’intenzione del Santo Padre. Durante la Messa del mattino e alla Via Crucis oggi pomeriggio tutta la comunitá prega per la pace nei diversi paesi in guerra, in comunione con il Papa. E i cattolici di tante dell’Asia si uniscono ai fratelli dell’Africa, anche in Cina, dove si sta ancora celebrando il Capodanno. Teresa dal Zhejiang parteciperá con la sua comunitá all’adorazione eucaristica, durante la quale pregheranno per la speciale intenzione del Papa. A Canton, don John ha comunicato tramite un avviso ai suoi parrocchiani che oggi é una speciale giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo, invitando ogni famiglia a rispondere all’appello del Papa attraverso un pasto frugale come testimonianza di fede. Ambrosius, dalla diocesi di Semarang nell’isola di Giava (Indonesia), ha iniziato la giornata di preghiera celebrando la Messa con studenti e professori di un istituto di formazione, molti dei quali della comunitá protestante e musulmana. Anche Don Jerin ha celebrato la Messa mattutina con l’intenzione della pace, nella diocesi di Changanacherry, in Kerala (India). “Dedico tutte le attivitá della giornata alla pace, ho osservato il digiuno a pranzo e deciso di recitare tre rosari, offrendo le ansie e sofferenze dei fedeli, della mia comunitá e dell’intero Paese alla Regina della Pace” – ci dice il sacerdote. Sempre dall’India, Don Pinto ci informa che la sua parrocchia di Jeppu a Mangalore (Karnataka) ha avuto un solo pasto in tutta la giornata e ha partecipato alla Via Crucis “per sperimentare la vera pace che viene dal Signore Crocifisso, pregando per il dono della pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nazione e nel mondo intero, come dono del Signore Risorto!”.
Anche nel Collegio Urbano, i tanti seminaristi provenienti da tante parti del mondo si sono uniti alla preghiera e al digiuno per la pace per il Congo e il Sud Sudan, come racconta Massimiliano, studente dal Myanmar. “Offriamo tutto per le necessitá di questi Paesi, in particolare per i piú bisognosi“. Ivan dall’India dedica questo giorno “alla conversione dei cuori. Che il Signore faccia germogliare nei cuori il desiderio della pace, perché la comunitá internazionale e la Chiesa non possono fare nulla se i cittadini stessi non sono disposti a convertirsi“.
Tutti noi dobbiamo cominciare a vivere il cambiamento modificando gli spazi privati delle nostre responsabilità. Solo l’uomo delle Beatitudini può costruire la pace e può inserirsi naturalmente nei grandi processi di pace della storia. L’uomo del potere, del privilegio, della lobby, risulterà sempre un corpo estraneo alla pace e diventerà quasi senza rendersi conto, alleato della guerra.
Quando vogliamo dare dei nomi alla non violenza, diciamo giustizia, rispetto delle diversità, bene comune. Diciamo le Beatitudini, parole che danno nomi molteplici a questa verità unica di cui Gesù è stato il primo testimone. Gesù è testimone di pace, questa non violenza dai tanti nomi, che sono le beatitudini.
Raccogliamo oggi questo invito e ci uniamo a Papa Francesco, a tutta la Chiesa, a tutte le religioni e agli uomini di buona volontà, nella speranza della pace e costruendola giorno per giorno.
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