Tutti ricordiamo i nostri nonni che al fiume lavavano i panni con un po’di cenere e un po’ d’acqua. Cenere sulla testa il mercoledì che inaugura la Quaresima e acqua sui piedi la sera del Giovedì Santo; la Quaresima è significata proprio in questi due gesti semplici e profondissimi. Le maschere di carnevale sono tanto belle, ma vanno bene solo per un giorno; poi c’è la vita con la sua faccia dura e vera, il cammino di un percorso impegnativo che coinvolge ogni uomo e tutto l’uomo, proprio dalla testa ai piedi.
La Quaresima ci fa entrare nel deserto, come sanno tante famiglie, che svestite le maschere, sperimentano che la festa è finita e bisogna lottare giorno dopo giorno, e spesso entrare nel deserto. Il deserto è il luogo tipico della Quaresima, una parte essenziale della nostra vita. Come pero’ diceva con tanta efficacia Antoine de Saint-Exupéry:” in ogni deserto c’è un pozzo, in ogni amarezza c’è il germoglio di una risurrezione inaspettata”. E’ il fatto della Pasqua l’orizzonte ultimo della Quaresima. Scrive il teologo Andrea Grillo:” Recuperare la quaresima come iniziazione festiva al mistero della Pasqua è una “grande impresa”, che noi cristiani cattolico-romani, appartenenti alla seconda generazione dopo il Concilio Vaticano II, abbiamo trovato indicata da quel grande Concilio come una delle chiavi di accesso alla nostra tradizione ecclesiale e spirituale. Rimettere in moto il meccanismo simbolico di un cammino festivo di pregustazione, di preparazione, e soprattutto di iniziazione alla Pasqua”.
“Convertiti e credi al vangelo” oppure “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai“, diranno i sacerdoti spargendo la cenere. Fede e Umiltà sono necessarie per iniziare il cammino di conversione verso la Pasqua; basta una crisi economica e per molti manca il pane, una malattia e manca la gioia di vivere. Polvere è l’uomo. Eppure quella polvere, abitata dal soffio dello Spirito, è rimasta ancor oggi l’opera più bella di tutte. Lo Spirito irrompe nelle nostre fragilità e ci chiama ad una originaria e sempre nuova identità. Noi dobbiamo agire secondo lo Spirito, con quel coraggio fragile proprio ad ogni battezzato, e che vediamo in ogni pagina di vangelo, e che ci fa ogni giorno uomini nuovi.
Il Signore, per mezzo del profeta Gioele che si legge come Prima Lettura del Mercoledì delle Ceneri (Gl 2,16-18) ci chiede di raccoglierci tutti insieme, giovani, vecchi, bambini, sposi, conviventi, immigrati, per accogliere l’invito a lasciarsi riconciliare con Dio, come ci ricorderà S.Paolo nella seconda lettura tratta dalla Seconda Lettera ai corinzi ( 2cor 5,20-6,2).
Gesù nel Vangelo (Mt6,1-6.16-18) ci esorta infine alla serietà del cammino. Anche Dio cammina e ci viene incontro e noi lo accogliamo con la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Queste non sono pratiche quaresimali singole e private, ma vogliono esprimere il nostro cuore che si muove verso Dio e verso ogni uomo, da Pasqua in poi ormai mio fratello.
La Quaresima ci aiuti a fare del nostro mondo interiore ed esteriore la casa del Padre, dove tutti sono fratelli, e non una casa di mercato (Gv2,16), dove tutti sono nemici e concorrenti.