ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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La Pasqua a Santa Maria ai Monti

Ripercorriamo come abbiamo vissuto in parrocchia i giorni precedenti la Pasqua e la Settimana Santa

Nella nostra comunità parrocchiale di Santa Maria ai Monti nella diocesi di Roma, come da ormai decennale tradizione, abbiamo iniziato i riti della Settimana Santa, anticipando all’ultimo venerdì di Quaresima la VIA CRUCIS per le strade del rione Monti. Questo perché il Venerdì santo partecipiamo tutti al Colosseo alla VIA CRUCIS presieduta da Papa Francesco.

La galleria fotografica che segue, vuole ripercorrere questi intensi giorni in cui abbiamo sperimentato le meraviglie del Signore e la bellezza di essere popolo di Dio in cammino.

Via Crucis per le strade nell’ultimo Venerdì di Quaresima

E’ sempre commovente il silenzio con cui il popolo di Dio segue la Via Crucis che attraversa il Rione Monti e celebra le quattordici Stazioni che sono animate dalle varie rettorie e case religiose presenti nel territorio parrocchiale.

Partendo dalla nostra parrocchia, viviamo le Stazioni insieme ai fratelli ortodossi della Georgia, i religiosi francescani, stimmatini, maroniti, le suore pallottine, vincenziane, domenicane, la Prosanctitate, le suore di Gesù Bambino, le suore di San Giuseppe Marello, la comunità cattolica cinese, quella ucraina e le Piccole sorelle dei Poveri.

Siamo veramente una piccola Pentecoste che, attraversando il Rione portando la croce, ripercorre la via dolorosa del Signore nella consapevolezza che tutto è dono.

Domenica delle Palme

La Messa solenne della Domenica delle Palme si è celebrata la mattina alle ore 11.30. Nella Piazza della Madonna dei Monti, detta “la piazzetta”, centro del rione, ci siamo ritrovati tutti insieme per la Benedizione dei rami d’ulivo. Abbiamo letto il Vangelo dell’ingresso a Gerusalemme e poi in processione siamo andati in chiesa per ascoltare la lettura della Passione e celebrare l’Eucarestia.

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Ogni qualvolta che si segue lo sviluppo della narrazione evangelica, quest’anno nella versione di Luca, si rimane colpiti dalla solitudine assoluta in cui entra Gesù, il cui crimine unico era di aver fatto dell’amore il senso della sua vita.

Così fu, così è e così sarà. È certo che chiunque fa dell’amore il senso della vita morirà crocifisso. Chiunque ama il prossimo, se davvero ama non potrà che soffrire nella solitudine. Questo è il dramma, il mistero della storia.

Giovedì Santo: Messa in Coena Domini e adorazione all’Altare della Reposizione

La Messa in Coena Domini è iniziata alle 19:30 – una mezz’ora dopo la Messa serale essendo giorno lavorativo, per favorire la partecipazione.

“Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga”.

Il più antico testo sull’Eucaristia – la Lettera ai Corinzi (53/57) – ci parla del fatto che essa è in connessione con la morte di Gesù. Il Signore è morto, consegnandosi, lasciandosi prendere dai nemici, non chiedendo nessuna difesa agli amici. Celebrare l’eucaristia vuole insegnarci come vivere. Si vive consegnandosi, senza difendersi, come ha fatto Gesù, come hanno fatto gli apostoli. Una Chiesa che pensa a difendersi, non è più chiesa.

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Vivere consegnandosi è il Vangelo, è il percorso da compiere per avere la vita eterna. Noi infatti celebriamo l’Eucaristia “finché egli venga”, aspettando che Lui ritorni, credendo che la morte non lo ha sconfitto, perché chi vive consegnandosi per amore, ha una vita più forte della morte.

Il Sacerdozio, l’Eucarestia e il Servizio significato nel rito della Lavanda dei piedi sono stati al centro della nostra preghiera

Nel canone romano abbiamo pregato con queste parole: “Tu che hai voluto accettare i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo nostro Padre nella fede, l’oblazione pura e santa di Melchisedek tuo sommo sacerdote, volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno”.

Il Signore ci guarda sereno e benigno, guarda così ognuno di noi, i nostri cari, accetta così i doni e le preghiere che avete portato.

Ci dice la Lettera agli Ebrei che Gesu’ non appartiene ad una casta sacerdotale, ma e’ sacerdote secondo Melchisedek , esprime cioe’ un sacerdozio universale che appartiene a tutti i battezzati come sottolinea il CV II .

Il sacerdote deve essere un uomo puro e santo che celebra l’eucarestia iniziata sul monte di Abramo e Melchisedek: “Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Il sacerdote è uomo della eucarestia che annuncia la risurrezione, non la morte.

E poi dira’ la lettera agli ebrei:  “Si e’ rivestito di debolezza e proprio per questo deve offrire sacrifici per se stesso e per tutto il popolo”. Il sacerdote e’ uno che entra nel dolore del mondo e qui sta anche la universalità del sacerdozio, che è il nostro dolore.

Accostiamoci al dolore del mondo con il pane e il vino: Dio e’ il pane e Dio e’ il vino. Pensate che bella definizione di Dio: chi e’ Dio? Un giudice implacabile delle nostre azioni e dei nostri pensieri? No. Dio e’ il pane e Dio e’ il vino e noi anche dobbiamo essere pane e vino per gli altri e dobbiamo essere mangiati, perche’ tutti abbiano vita speranza è gioia.

Ogni volta che non siamo pane diventiamo pietre e allora la vita e’ dura, triste, cattiva.

Gesu’ ci dà l’esempio inginocchiandoci e lavandoci i piedi. Sapete qual e’ il grande pericolo di una chiesa che distribuisce il pane per pochi e invece lancia le pietre? Il pericolo e’ il concetto sbagliato di gerarchia,  non intesa come servizio ma come gerarchia del potere, dei primi posti, della carriera, dell’uomo che comanda sugli altri uomini. Questo e’ il grande satana del cristianesimo, per questo Gesu’ dice a Pietro e a noi, tu non capisci, voi non capite.

La vera autorita’ nella Chiesa e’ l’uomo umile che vive nel servizio con gioia e fedelta’ e che quando si accosta all’altare sa che non c’e’ nessun capotavola, ma e’ il pane che comanda, perche’ una tavola senza pane e’ solamente una pietra.

Al termine della messa adoreremo questa eucarestia nell’altare della reposizione: è uno dei momenti più alti del nostro essere chiesa. Ognuno di noi porterà la sua pena e la sua gioia, la sua malinconia e la sua povera fede. Per tutti  ci sarà posto nell’Eterno fatto pane.

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Alla fine della Messa, accompagnata dal Pange Lingua, la processione ha portato l’Eucarestia all’Altare della Reposizione, per iniziare l’adorazione notturna, che si è protratta fino a dopo la mezzanotte, mentre Don Francesco era a disposizione per le confessioni.

Venerdì Santo: Liturgia della Croce e Via Crucis con Papa Francesco

La mattina del Venerdì Santo l’Altare della Reposizione è rimasto allestito per consentire alle persone, soprattutto agli anziani che non erano potuti rimanere la sera precedente, di continuare l’adorazione eucaristica, anche se in forma non solenne. Alle 15, ora della morte di Gesù, si è svolta la Via Crucis in parrocchia, e alle 19:30 la solenne Liturgia della Croce.

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Il Venerdì Santo siamo all’essenziale.

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Non ci sono illusioni, non ci sono interessi su cui appoggiarsi. Oggi c’è soltanto una croce su cui appoggiarsi. Ognuno di noi ha tanti motivi per aggrapparsi alla croce, l’ho visto con chiarezza nelle vostre confessioni: la fedeltà faticosa nelle vostre case, la croce del vostro lavoro così precario tante volte da renderlo disumano. E poi la malattia, la solitudine. La Pasqua incomincia così, sorreggendoci a questa croce tutti insieme. Certamente la chiesa in comunione si fa così, stando tutti insieme sotto la croce, a mani vuote. Lasciamo ad altri lanterne, fiaccole e armi. Chi cercate ci chiede Gesù? Forse dobbiamo imparare che cosa significhi il dolore innocente e dobbiamo con delicatezza affettuosa vegliare con Gesù. Gesù è contento che noi siamo qui. Non importa se noi alcune volte siamo tra i crocifissori. E’ più importante che oggi siamo qui. Gesù ha bisogno che noi vegliamo con Lui così semplicemente senza troppi sensi di colpa e senza troppi onori, semplicemente volendogli bene.

Come fanno i poveri che sono rimasti fedeli a Cristo e glielo hanno testimoniato come hanno potuto. Non possono togliergli la Croce, ma lo seguono da lontano. Come hanno fatto le donne. Sul Calvario non si ragiona, si contempla. Con Cristo nel mondo si è aggiunta una nuova dimensione: quella di coloro che danno la vita per ciò che amano. La Croce è l’unità di misura di questa nuova dimensione umana che sconfina nell’eterno.

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Ci siamo avvicinati al legno della croce per baciarlo contemplando il Figlio. Ci siamo avvicinati al legno della croce contemplando anche lo Spirito, legame d’amore tra il Padre e il Figlio, che è stato donato dal Figlio mentre moriva e ha iniziato a creare anche sulla terra legami di amore: pensate, ha legato i carnefici alla loro vittima perché  non li ha odiati e ha cercato di interrompere la catena della violenza. Ancora oggi sostiene i passi di ogni uomo e di ogni donna che stanno cercando un senso alla propria esistenza, aiutando ognuno a comprendere che questo senso è l’amore, il legame che vince ogni notte, ogni paura, ogni tradimento, e fa delle nostre esistenze un giardino in cui la vita può sempre ricominciare. Nessuno abbia paura, noi abbiamo più futuro che passato.

Sabato Santo: Solenne Veglia Pasquale dopo il grande silenzio

La solenne Veglia Pasquale è iniziata alle ore 22 con la benedizione del fuoco e l’ingresso del cero pasquale – la Luce di Cristo – nella chiesa al buio. Don Francesco ha proclamato l’Exultet, l’annuncio della Pasqua, seguito dalla lunga Liturgia della Parola, che ha ripercorso la storia della salvezza.

Il Sabato è la giornata del grande silenzio.

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La mattina fino al primo pomeriggio la chiesa – spoglia – è rimasta aperta per la preghiera personale davanti alla Croce. Don Francesco era ancora a disposizione per le confessioni. Nel primo pomeriggio abbiamo iniziato i preparativi dell’Altare per la Messa della Notte di  Pasqua.

Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?“, dicono gli angeli nel vangelo di Luca. Che bellissimo nome gli danno gli angeli: “Colui che è vivo!”. Qui è la scommessa della mia fede: se Cristo è vivo, adesso, qui. Non tanto se vive il suo insegnamento o le sue idee, ma se la sua persona, se lui è vivo e mi vuole bene.

“Forte come la morte è l’amore!”, dice il Cantico. Il vero nemico della morte è l’amore. Nell’alba di Pasqua, non a caso, chi si reca alla tomba sono quelli che hanno fatto l’esperienza dell’amore di Gesù: le donne, la Maddalena, il discepolo amato, sono loro i primi a capire che l’amore vince la morte.

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Noi tutti siamo qui pellegrini sulla terra per fare cose che meritano di non morire. Tutto ciò che vivremo nell’amore sarà resurrezione. Nessuno abbia paura di non farcela o di non essere degno.

 


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Gesù è risorto! La Settimana di Pasqua nella nostra parrocchia

Monica Romano

Come ogni anno, la Settimana Santa è stata molto intensa. Tanto lavoro per organizzare le varie celebrazioni e i momenti di preghiera, le confessioni, la benedizione delle case, ma anche molti momenti di preghiera e raccoglimento, soprattutto la Domenica delle Palme e durante i giorni del Triduo. Ripercorriamo con questo post, accompagnato da una galleria fotografica, questa intensa settimana vissuta nella comunità di Santa Maria ai Monti, nella Diocesi di Roma.

Domenica delle Palme

Come da tradizione, la Messa solenne della Domenica delle Palme si è celebrata la mattina alle ore 11. Ci si riunisce prima nella piazzetta di Monti, dove si legge il passo sull’entrata di Gesù a Gerusalemme e si benedicono le palme insieme alla comunità cattolica ucraina, che per quell’ora ha terminato la Messa, mentre noi dobbiamo ancora iniziarla. Don Francesco, Mons. Guido Mazzotta, e Don Ivan (parroco degli ucraini) benedicono le palme, insieme ai Fratelli Ortodossi della Georgia, cui la Diocesi di Roma ha affidato una rettoria vicino alla nostra parrocchia. Quest’anno questo momento è stato ancora più ecumenico perché era presente anche un rappresentante di una comunità svedese riformata, il mio amico Fredrik Fallman, sinologo, professore all’Università di Göteborg.

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Dopo la benedizione delle palme, la breve processione si è avviata verso la chiesa per la celebrazione della Messa, intonando il canto “Osanna al Figlio di David, Osanna al Redentor”. La chiesa era gremita e la Messa è stata animata dal coro, quest’anno allargato dal prezioso contributo delle suore che gestiscono l’emporio per i poveri e due ragazze cinesi, Cristina e Sofia, che studiano al Conservatorio di Santa Cecilia. Anche le Messe della sera hanno registrato una notevole partecipazione popolare.

Giovedì Santo

I preparativi per il Giovedì Santo sono iniziati già martedì alle 4 del mattino, con don Francesco e le suore che sono andati al mercato dei fiori per preparare le composizioni floreali e allestire l’Altare della Reposizione. Il mercoledì pomeriggio, le suore hanno preparato delle splendide composizioni floreali – cui se ne sono aggiunte altre regalate da una generosa donatrice della parrocchia e tutte le piante fiorite bianche portate dai parrocchiani – che abbiamo disposto nell’Altare della Reposizione il giovedì mattina, mentre don Francesco partecipava alla Messa crismale presieduta da Papa Francesco. Ci sono volute come sempre diverse ore e abbiamo concluso nel primo pomeriggio. Oltre i fiori, abbiamo disposto anche il pane, l’uva e la stola – a ricordare l’istituzione dell’Eucarestia e del sacerdozio ministeriale di cui si fa memoria il Giovedì Santo.

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La Messa in Coena Domini è iniziata alle 19:30 – una mezz’ora dopo la Messa serale essendo giorno lavorativo, per favorire la partecipazione. Hanno concelebrato con Don Francesco, Don Ermanno e Don Guido, che aiutano in parrocchia e alcuni religiosi delle rettore vicine. Diversi bambini del catechismo hanno servito come ministranti. La chiesa era talmente piena che diverse persone hanno dovuto trovare vari stratagemmi per potersi sedere – come mettersi dietro al coro. Hanno letto le letture Gigi Accattoli, il nostro “vaticanista parrocchiano”, e in rappresentanza dei “giovani adulti” Anna Maria, mentre la Dottoressa Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, ha letto le preghiere dei fedeli. Don Francesco ha presieduto la lavanda dei piedi per la quale aveva scelto una decina di parrocchiani tra donne, anziani e bambini.

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Alla fine della Messa, accompagnata dal Pange Lingua, la processione ha portato l’Eucarestia all’Altare della Reposizione, per iniziare l’adorazione notturna, che si è protratta fino a dopo la mezzanotte, mentre Don Francesco era a disposizione per le confessioni.

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Dopo la Messa e una sosta di preghiera in parrocchia, mia madre e mia zia sono andate a fare il tradizionale giro delle chiese per il centro di Roma e pellegrinaggio per pregare all’Altare della Reposizione. Hanno così documentato con delle foto la bellezza delle decorazioni floreali di alcune delle stupende chiese di Roma – la Basilica di Santa Cecilia, San Francesco a Ripa e Santa Maria dell’Orto.

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Venerdì Santo

La mattina del Venerdì Santo l’Altare della Reposizione è rimasto allestito per consentire alle persone, soprattutto agli anziani che non erano potuti rimanere la sera precedente, di continuare l’adorazione eucaristica, anche se in forma non solenne. Alle 15, ora della morte di Gesù, si è svolta la Via Crucis in parrocchia, e alle 19:30 la solenne Liturgia della Croce. La processione è entrata in chiesa in silenzio e don Francesco quale celebrante principale si è prostrato di fronte al Tabernacolo vuoto e all’Altare spoglio. Hanno concelebrato Don Ermanno, Don Guido e alcuni religiosi delle rettore vicine. Anche questa sera la chiesa era gremita e la gente ha presenziato con grande partecipazione, soprattutto al momento della Lettura del Passio e dell’adorazione della Croce. Hanno letto Stefania Falasca, giornalista di Avvenire, e Francesco Rui Zhang, giovane cinese della nostra parrocchia. Don Francesco ha letto la Preghiera Universale della Chiesa.

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Subito dopo la Messa alcuni di noi sono corsi al Colosseo per la Via Crucis presieduta da Papa Francesco. Com’è noto, la zona era blindatissima ed essendo noi in lieve ritardo dovuto al protrarsi della Liturgia della Croce in parrocchia fino alle 21 passate, ci siamo messi su una strada laterale dalla quale vedevamo la croce illuminata dalle fiaccole del Colosseo. Non potevamo sentire bene le parole dei lettori e poi del Papa, ma abbiamo potuto seguire dal cellulare in diretta streaming.

 

Sabato Santo

Il Sabato è la giornata del grande silenzio. La mattina fino al primo pomeriggio la chiesa – spoglia – è rimasta aperta per la preghiera personale davanti alla Croce. Don Francesco era ancora a disposizione per le confessioni. Nel primo pomeriggio abbiamo iniziato i preparativi dell’Altare per la Messa di Pasqua. Abbiamo preso tutte le composizioni floreali e le piante fiorite che erano state allestite per il Giovedì Santo e le abbiamo sistemate per decorare l’Altare centrale, il Tabernacolo, e il Fonte Battesimale. Anche questo un grande lavoro, ma il risultato finale ci ha ripagato di tutta la fatica, oltre la gioia di aver contribuito a rendere più bello il luogo dove è riposto il Signore e per la celebrazione della Messa di Pasqua.

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La solenne Veglia Pasquale è iniziata alle ore 22 con la benedizione del fuoco e l’ingresso del cero pasquale – la Luce di Cristo – nella chiesa al buio. Don Francesco ha proclamato l’Exultet, l’annuncio della Pasqua, seguito dalla lunga Liturgia della Parola, che ha ripercorso la storia della salvezza. Tanti i lettori che si sono avvicendati – tutti parrocchiani, perché questa è davvero una festa di tutta la parrocchia. Il Coro ha intonato tutti i canti e cantato alcuni dei Salmi. Durante la Messa si è svolto anche il Battesimo di Lorenzo, che ha reso la festa ancora più bella. Don Francesco ha poi intonato le Litanie dei Santi, tra i quali gli ultimi Papi (San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II e il Beato Paolo VI), i Santi Martiri Cinesi (a significare la nostra comunione speciale con la Chiesa in Cina), e Santa Teresa di Calcutta e il Beato Gabriele Allegra, di cui conserviamo le reliquie in chiesa.

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Come si vede dalle foto, dal buio e la fioca luce all’inizio della celebrazione, siamo passati all’accensione delle candele al Canto del Gloria, fino all’illuminazione completa della Chiesa al momento dell’Alleluia, che non cantavamo dall’inizio della Quaresima. Aumentava la gioia man mano che celebravamo la memoria della Resurrezione di Cristo, mentre pregavamo i santi, rinnovavamo la promesse battesimali, pregavamo per Lorenzo, facevamo la Comunione e intonavamo il Regina Coeli e il canto finale ,”Resurrezione”. “Che gioia ci hai dato, Signore del Cielo, Signore del grande Universo” – così inizia il canto, che poi abbiamo “incrociato” dividendo il coro in due gruppi, per accompagnare la gente che usciva dalla lunga Veglia. Davvero, una grande gioia, una gioia che è di tutto il Popolo.


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Jesus is Risen! Alleluia!! Easter song as sung in a small town of India!

We are happy to publish the first blog post of Fr. Pinto, from India, another dearest friend of ours. He is such a wonderful person and very committed and always smiling priest. We often remember him and are grateful to him for great help he gave to us in our pastoral work. We miss him very much but we are happy to see that he is doing well in that great country of India. We are still in Easter time so that sharing this experience of him and his community is still relevant and meaningful.

Fr. Pinto Rockwin

For Christians, Holy Week, starting on Palm Sunday and ending with Easter Sunday (March 27 this year) is considered the source and summit of ecclesiastical and liturgical year. Maundy Thursday, Good Friday, Holy Saturday along with Easter Sunday – are called sacred Triduum whereby Christians commemorate the last days of Jesus here on Earth when he expressed his deep most love for His people through his passion, death and resurrection.

Here, I narrate these three-day experiences of a small town called Kulur in the city of Mangalore, India. The parish is dedicated to the patronage of St. Antony of Padova. On Maundy Thursday, reliving the cenacle experience of Jesus, for the first time, women were included in washing of the feet of the disciples as per the Pope’s directive (see photos). Priest who is considered as a an eminent figure in the society here, the washing of the feet communicates a very formidable message of service and humility as intended by our Lord.

On Good Friday, apart from the liturgical service as prescribed by the Liturgy, there is a particular custom in this part of the world. They call it ‘Bringing down Jesus from the Cross’. A group of persons come in with lanterns and climb the ladder first to remove the nails and then, to bring His body down from the cross followed by the procession of the statue of Jesus and Or Lady of Sorrows in the town (See images). Incidentally, this year witnessed the culmination of 25 years to this custom.

Finally, on Holy Saturday, the church filled with the faithful participated in the luminous liturgy of Easter night and renewed their Baptismal vows. People usually abstain from eating meat throughout the Lent season, thereby, day of Easter when the angels sing, ‘Glory’, peoples acclaim, ‘Alleluia’, they enjoy their fellowship meal in their families. Being a Catholic Priest from few months I sincerely experienced the profound significance of these moments which we commemorate every Sunday, on the day of the Lord.


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La Settimana Santa e Pasqua in una comunità della Cina

Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza su come ha vissuto il Venerdì Santo e la Veglia di Pasqua una comunità cattolica nella provincia dell’Hubei. Ci scrive il sacerdote don Paolo Zhang, che con gioia ci comunica che durante la Veglia sono stati celebrati quattro battesimi. Rimaniamo in unione di preghiera con gli amati fratelli della Chiesa in Cina, cui siamo grati per la testimonianza di fede e di vita. 
 
We receive and post a witness about a Catholic community in Chinese Hubei province. The photos were sent to us by fr. Paolo Zhang, who presided the liturgical celebration of the Good Friday and the Easter Vigil Mass on Saturday night, during which four baptisms were celebrated. We are most grateful to our dearest brothers and sisters of the Church in China for their witness of faith and life.
 
Foto: P. Zhang/ConAltriOcchi





 


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La Via Crucis fino alla Resurrezione: dal Venerdì Santo alla Veglia di Pasqua

Monica Romano

Sono continuati con intensità e attesa i momenti del Triduo Pasquale nella comunità di Santa Maria ai Monti e con gli amici, i giovani e le persone a me care con cui ho condiviso questi giorni. 

Venerdì Santo, alle ore 19:30, don Francesco ha presieduto in parrocchia la Liturgia della Croce. Con una celebrazione solenne ed essenziale nello stesso tempo, accompagnata dai canti del coro, abbiamo prima atteso i sacerdoti in silenzio, poi ascoltato le letture e infine adorato la croce prima di accostarci alla Comunione consacrata nel Giovedì Santo e riposta nell’Altare della Reposizione. Dopo la Messa, con don Francesco e Monica, di corsa alla Via Crucis al Colosseo, come ormai avviene dal 2003. 





Inutile negare che eravamo un po’ preoccupati sul fronte sicurezza. Nel pomeriggio avevamo fatto un salto nei dintorni del Colosseo per vedere un po’ la situazione. Ci ha colpito la professionalità e gentilezza delle forze dell’ordine e la perfetta organizzazione dei vari “blocchi” intorno al Colosseo. Anche la pazienza dei romani. C’era una signora che candidamente chiedeva alla polizia: “Da qui non si può passare? Siamo sicuri che posso arrivare a casa da Via Cavour?”. Spesso sentiamo critiche a Roma e ai romani. Chi come me vive in questa meravigliosa città conosce bene i problemi e non li nega, anzi spesso cerca di “denunciarli”, “affrontarli” nel modo possibile. Nello stesso tempo, bisogna tenere presente che Roma non è una città come le altre, che per le sue bellezze ed essendo il cuore della cristianità, e’ sottoposta a continue sfide e “pressioni” sotto diversi punti di vista. Di fronte a tutto questo e ai problemi che ci sono mi sembra che i romani mostrino grande apertura e pazienza.

Ci siamo incamminati dalla parrocchia verso il Colosseo per la Via Crucis un po’ più tardi del solito – non riusciamo mai ad arrivare puntuali perché la Liturgia della Croce in parrocchia termina sempre  intorno alle 21. Quest’anno alcuni cari amici che sono sopraggiunti ci hanno trattenuto, quindi siamo partiti con ulteriore ritardo. Lungo il cammino ci ha fatto piacere vedere che c’era tanta gente e apparentemente non sembrava vi fosse tensione per i recenti accadimenti terroristici. Tanta gente, in mezzo alla strada dove trovava un posto per seguire questo pio rito, pregava silenziosamente e intensamente. Davvero una bella immagine dei cristiani e del modo di vivere questi giorni che sono il centro della nostra fede. Non siamo riusciti ad entrare nel nostro ormai solito posto. C’era molta fila e i controlli erano giustamente serrati. Essendo già alla settima stazione, abbiamo preferito tornare indietro e anche noi “appostarci” lungo la strada in un punto dove potevamo vedere la croce e il Papa di fronte e a noi. Tramite il cellulare ci siamo collegati in diretta streaming per ascoltare la lettura delle stazioni e aprire il libretto con le meditazioni quest’anno affidate al Cardinale Baldisseri, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve (http://bit.ly/1PrbeU6). Il discorso finale di Papa Francesco e’stato letteralmente straordinario. Mi è sembrato particolarmente lungo rispetto al solito, ha parlato delle tante croci di oggi (http://bit.ly/1XWuhvN). 







Sabato santo e’ tradizionalmente giornata di grande silenzio. Le varie cose da organizzare in parrocchia spesso mi impediscono di vivere pienamente questa dimensione del silenzio. Ma poi mi rendo anche conto che e’ anche e soprattutto una questione di stato interiore. Il pomeriggio verso le 15 mi sono incontrata in parrocchia con Rob che per un’oretta mi ha aiutato a impostare i fiori sull’altare centrale. Mi ci sono volute poi due ore e mezza per sistemArlo tutto, dopo aver fatto numerosi tentativi e cambiamenti. Trattandosi del fiori utilizzati il Giovedì Santo per l’Altare della Reposizione, alcuni cominciavano a dare segni di “appassimento” o quantomeno “sofferenza”. Quindi li abbiamo dovuti bagnare o addirittura innaffiare. Oltre le composizioni floreali disposte sull’altare e ai lati del tabernacolo, ho disposto le meravigliose piante portate dai parrocchiani vicino la croce e il cero Pasquale. Un lavoro a parte ha necessitato il fonte battesimale. Con un po’ di fantasia e degli stratagemmi e’ venuta fuori una bella decorazione. A mio avviso ancora più necessaria perché durante la Veglia si è celebrato il battesimo di un bambino. 





Verso le 18 mi ha raggiunto Monica e insieme abbiamo organizzato con don Francesco i momenti di accensione delle luci in chiesa durante la Veglia, fatto provare a don Francesco le litanie dei santi e finito di preparare i libretti della Veglia e dei canti. Abbiamo anche dovuto risolvere un problema non da poco – un errore nella stampa dei libretti difficile da rimediare essendo ormai sera di sabato e molte copisterie chiuse o con macchine fotocopiatrici rotte (!). Grazie a Dio ci hanno dato una mano i nostri fratelli maroniti del Libano e così siamo almeno riusciti a stampare i libretti dei canti per il coro e le litanie dei Santi per don Francesco. Sono stata molto felice di poter aggiungere alle litanie il Beato Paolo VI e i genitori di Santa Teresina –  Luis e Zelie Martin – proclamati santi da Papa Francesco durante il Sinodo della famiglia a ottobre 2015. 

Come da tradizione, la Veglia e’ iniziata fuori dalla chiesa con la benedizione del fuoco. La comunità e’ entrata in processione con le candele accese dal cero Pasquale, scandita dalle tre invocazioni del Lumen Christi intonate da don Ermanno. Don Francesco ha letto la splendida preghiera dell’Exultet accompagnato da un delicato suono d’organo da Susanna. Si sono susseguite poi tutte le letture dall’Antico Testamento e i Salmi in parte cantati dal coro fino al Gloria, durante il quale abbiamo acceso le candele e le luci dell’altare mentre suonavano le campane. La chiesa si è finalmente tutta illuminata al canto dell’Alleluja, con il quale abbiamo proclamato la Resurrezione di Cristo. Come accennavo, durante la Messa si è anche tenuto un Battesimo di un bambino, Francesco. Un nome, una garanzia, ha notato don Francesco: e’ il nome del Papa e anche quello del parroco!









C’era tanta gente alla Messa e tutti hanno partecipato con intensità e fino alla fine. Il coro ha intonato i canti con grande fervore, amore e gioia, cercando di fare il meglio possibile per animare la celebrazione e favorire la preghiera della comunità. Non potevamo non concludere con il Regina Coeli, cui poi abbiamo fatto seguire un canto sulla Resurrezione a due voci, che ben rendeva il nostro stato d’animo e che  inizia così : “Che gioia ci hai dato, Signore del Cielo, Signore del grande universo”. Ancora per qualche ora dopo la Messa e poi stamattina, con il coro, il nostro gruppo di “giovani-adulti” e don Francesco ci siamo scambiati messaggi di auguri. Tutti sentivamo forte,  a notte fonda e nonostante la stanchezza per le tante attività, la gioia cristiana, la fede nella Resurrezione che vince la morte con l’amore. 






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Conto alla rovescia per la Resurrezione: Giovedì e Venerdi Santo

Monica Romano

Ogni anno aspetto sempre con ansia l’arrivo della Settimana Santa e in particolare del Triduo pasquale. Sono tre giorni intensi, dove riviviamo il cuore della nostra fede con grande intensità e profondità. Anche se c’e’ sempre molto lavoro da fare in parrocchia per organizzare tutto, sono giorni in cui riesco comunque a “fermarmi” e meditare con maggiore silenzio interiore e spirito di ricerca e contrizione i misteri della fede, in particolare il mistero della Croce, della riconciliazione e della Resurrezione di Cristo.

Come negli anni passati, il Signore ci ha fatto la grazia come comunità di vivere bene questi giorni. Don Francesco, parroco di Santa Maria ai Monti a Roma, i sacerdoti che lo aiutano, il coro, i giovani, le suore,  i catechisti, i chierichetti, le famiglie, i bambini – insomma tutti stanno facendo la loro parte affinché tutti celebriamo con intensità la memoria di questi ultimi giorni di Gesù. 

Come da tradizione in parrocchia, domenica abbiamo iniziato la Messa delle Palme dalla piazzetta, arrivando in processione un chiesa. C’era tanta gente, compresi i bambini, che sono stati bravi a cantare perfino qualche canto con il coro essendo seduti vicino a noi perché a causa di alcuni lavori una parte della chiesa non era agibile. 







Martedì e mercoledì le suore e don Francesco si sono attivati per prendere i fiori per l’Altare della Reposizione. Ieri, Giovedì Santo, un gruppetto piccolo ma attivo di noi giovani – Jiana, Rui ed io – ha sistemato i fiori, tutti rigorosamente bianchi con qualche piccola eccezione in rosa. Ci abbiamo messo tanto amore, cura e anche fantasia per valorizzare al meglio quello che avevamo, e con stratagemmi molto molto creativi. Tanti parrocchiani poi con grande generosità e puntualità hanno portato piante fiorite, rivestite in verde e bianco, secondo le indicazioni di don Francesco. Ci ha poi raggiunto l’altra Monica e di nuovo insieme – di fronte a una tazza di tè (purtroppo non cinese però!) – abbiamo preparato le letture e i canti per animare la meditazione fino alla mezzanotte all’Altare della Reposizione, subito dopo la Messa in Coena Domini. Dopo Monica “2”, e’ arrivato anche un altro dei giovani (o “giovani-adulti”, come sarebbe più preciso definire alcuni di noi!) per fare una prova finale dei canti da accompagnare con la chitarra durante la meditazione. Intanto, le signore del coro e Susanna la nostra organista – sempre (o quasi sempre!) puntualissime – si scaldavano la voce e “ripassavano” qualche canto in prepRazione della Messa di prossimo inizio alle 19:30.









Come sempre, la Messa è stata un momento molto bello, ricordando l’immenso dono di Gesù del Suo Corpo per nutrirci spiritualmente e darci un Cibo per la vita eterna e anche l’istituzione del sacerdozio. Non solo quello ministeriale – come notava don Francesco nell’omelia  – ma anche quello che accomuna tutti i battezzati. Secondo le indicazioni recenti di Papa Francesco, da quest’anno il Rito della Lavanda dei piedi e’ stato fatto non più soltanto a 12 uomini in ricordo dei 12 Apostoli, ma a un gruppo di persone, in rappresentanza di un po di tutti. Tra loro i nostri cari Gigi e Isa – Gigi e’ il ben noto Luigi Accattoli, veterano vaticanista del Corriere, ora in pensione, ma sempre prolifico e richiestissimo  scrittore di cose di Chiesa e di papi!


Alla fine della bella Messa ha avuto inizio il momento di silenzio all’Altare della Reposizione. Dopo aver spogliato l’Altare centrale secondo le indicazioni liturgiche e sistemAto le ultime cose sull’Altare della Reposizione grazie all’aiuto di Jiana, Rui e l’immancabile “tuttologa” Pina, intorno alle 21:30 abbiamo iniziato l’adorazione “animata” all’Altare della Reposizione. Monica, Vladimiro e io  intonavamo dei brevi canti – soprattutto di Taize’ – accompagnati dalla chitarra di Vladimiro. Abbiamo anche fatto qualche lettura (San Giovanni Crisostomo, San Colombano, San Giovanni Paolo II, il Beato Paolo VI, là Lumen Gentium) insieme a Rui, e altri giovani e parrocchiani che sono arrivati man mano – Laura, Marili, e Paola del Coro – mentre don Francesco si è reso disponibile per tutto il tempo per le confessioni. Lo abbiamo anche immortalato in una foto adempiere a questo sacro dovere sacerdotale. Ci sono mancati alcuni del gruppo giovani che non potevano essere con noi – Pietro, impegnato nella pastorale in un’altra diocesi, e Rob, anche lui in un’altra parrocchia. Ma sappiamo di essere stati vicini spiritualmente e di aver pregato reciprocamente. Siamo “riusciti” a chiudere la chiesa dopo la mezzanotte e mezza. Ancora tanti, anche giovani, entravano e tanti chiedevano di confessarsi.









Intanto, mia madre e mia zia, come da “tradizione di famiglia”, hanno fatto un pellegrinaggio per alcune chiese antiche di Roma, rimaste aperte fino alla mezzanotte per permettere appunto l’adorazione del Santissimo Sacramento all’Altare della Reposizione. Hanno fatto delle foto, che postiamo per mostrare come è bella e forte questa tradizione, a Roma e nella Chiesa, per enfatizzare la centralità che il Dono eucaristico ha nella vita dei fedeli. La mamma aveva anche preparato qualcosa di caldo e leggero per don Francesco, immaginando che dopo questa lunga maratona e al freddo della chiesa gli avrebbe fatto bene. L’abbiamo condivisa insieme a don Francesco, prima di terminare questa lunga ma bella giornata.








Oggi pomeriggio, Venerdì Santo, e’ giornata di grande silenzio. Gesù muore sulla Croce per noi, vittima dell’ingiustizia e dell’indifferenza del mondo, ma trasformando la sofferenza in un atto d’amore, luminoso, come rifletteva il grande Cardinale Martini in alcune sue meditazioni che abbiamo letto alle 15 durante la Via Crucis in parrocchia. Anche oggi pomeriggio c’era abbastanza gente, anche anziani, nonostante sia evidente che tanti sono partiti e che “del Venerdì Santo non importa tanto a nessuno oggi” – come mi faceva notare don Francesco. 




Tra un’ora sarò di nuovo in parrocchia, per la Liturgia della Croce alle 19:30. Dopo, come ormai avviane dal 2003, di corsa alla Via Crucis al Colosseo presieduta da Papa Francesco. Ringraziamo il Signore di farci vivere così, semplicemente ma con devozione, questi giorni. Per il dono della Sua vita e del Suo Corpo, restando in attesa della Resurrezione.