ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)


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Neve a Roma, la bellezza del creato

Stamattina Roma, come nel lontano 1985 e più recentemente nel 2012, si è svegliata nel cuore della notte per ammirare la bellezza della neve che scende e si posa su questa meravigliosa città, donandole (se possibile) un aspetto ancora più incantevole e unico al mondo. “Allertati” dalle previsioni e dalle misure di sicurezza, non pochi romani nelle ore notturne si sono svegliati appositamente per vedere Roma sotto la neve by night, immortalandola con foto e video condivisi sui vari social media. “Ho svegliato tutti a casa alle due di notte” – scrive su Twitter Lorenzo – “semo romani, semo fatti così“. E ancora chiosa un altro tweet: “Il romano è un sognatore…A noi ci salva la fantasia“.

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Roma sotto la neve ci ricorda la magnificenza del creato, la mano di Dio che plasma tutte le cose con amore e perfezione, “la bellezza che salverà il mondo”. L’uomo è chiamato a un’alta vocazione dal Creatore: godere di questo meraviglioso giardino e custodirlo affinché sia una casa bella e accogliente per tutti, come era nel piano di Dio al momento della creazione, come il Signore ce l’ha donata, a tutti.

La Scrittura fa diversi riferimenti alla neve. Come ci ricorda in un tweet oggi il Cardinale Ravasi, recita il Salmo 147: “Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina, getta come briciole la grandine: di fronte al suo gelo, chi resiste?“. E ancora, il Profeta Isaia: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10-11).

Riconciliamoci con il creato e impariamo ad amare questa terra che il Signore ha creato e che ci ha donato. Non solo oggi, in cui l’eccezionalità di questo evento ci colpisce il cuore più profondamente, non solo in questo tempo di Quaresima, ma sempre, ogni giorno, volendo bene nella quotidianità a questa nostra città di Roma e custodendo il creato, soprattutto noi cristiani.

 

 

 


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Una luce che trasfigura la vita

Riflessioni sulla II Domenica di Quaresima

La Prima Lettura della seconda Domenica di Quaresima tratta dal Libro della Genesi ci presenta Abramo, “messo alla prova” da Dio, chiamato a fidarsi unicamente della Parola di Dio. Anche noi come Abramo siamo chiamati ad uscire dalla nostra terra, e a fidarci nelle prove della vita. Siamo chiamati ad entrare nel dolore del mondo. Questo dolore del mondo è illuminato dalla luce di Gesù che oggi nel vangelo di Marco al capitolo 9 svela per un istante la Sua Gloria.

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Sull’esempio di Gesù, ogni cristiano è chiamato a condividere la fede in quel terra comune, tra tutte le latitudini, anche tra credenti e non credenti che è la sofferenza. Il «Gesù solo» della Trasfigurazione, terminata l’anticipazione della Pasqua, è solo un uomo tra gli uomini.  Ecco però che nel Gesù debole, tentato come noi in ogni cosa noi, abita la Gloria di Dio.  In Gesù solo e abbandonato da tutti, Dio rivela la Sua Gloria e dice agli uomini che la debolezza è la casa di Dio.

Gesù è entrato nella debolezza umana. Questa universalità della croce è molto importante, oggi lo sentiamo di più di una volta, perché le pareti di divisione stanno cadendo tutte inesorabilmente; non possiamo più vivere, non solo gli uni contro gli altri, ma neanche gli uni accanto  agli altri. Le divisioni appartengono non al Dio crocifisso, ma alla logica della nostra finitezza. Noi dobbiamo tendere verso una precisa unità, che è molto più grande della unità civile politica e anche religiosa. Gli uomini sono tutti amati.

Per questo con fiducia dobbiamo percorrere il nostro cammino quaresimale; le amarezze della vita non diminuiscono la fiducia nei nostri giorni, perché il Signore li illumina con la Sua Gloria e chiede a noi di saper sempre scorgere dentro di noi e fuori di noi la Sua presenza salvatrice.

“E’ bello”, dice Pietro a Gesù. Ripartire dalla bellezza; la vita se sempre non è facile, sempre può essere felice se la viviamo con Gesù, se sappiamo meglio comprendere con uno sguardo compassionevole, noi stessi e gli altri.

Le molte cose da fare, le preoccupazioni, i “rumori del mondo” spesso ci impediscono di ascoltare il sussurro di una brezza leggera attraverso il quale Dio si fa presente (1 Re 19,12).

Vivere una vita cristiana bella e consapevole richiede l’ascolto della voce di Dio dentro di noi e tra noi. Dio agisce nostra vita, si prende cura di noi. Nessuno è escluso, nessuno è abbandonato.


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Oggi preghiamo e digiuniamo per la pace: da Roma fino alla Cina

Nel primo venerdì di Quaresima Papa Francesco ci invita a offrire la nostra preghiera e il digiuno per la pace, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Il Papa ha lanciato questo appello durante la preghiera dell’Angelus il 4 febbraio scorso, invitando anche le altre confessioni cristiane e le altre religioni. Come riporta Vatican News diversi gruppi hanno accolto l’appello di Francesco: “La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme. Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal147,3).” 

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Più di sei milioni di morti nella Repubblica Democratica del Congo. Quattro milioni di profughi e cinque milioni di persone schiacciate dalla fame in Sud Sudan. Una situazione drammatica, come riportato in un articolo di Avvenire di oggi di Padre Giulio Albanese, missionario comboniano con grande esperienza in Africa.

Informa un comunicato della Rete Pace per il Congo: «Papa Francesco continua a lanciare numerosi appelli di pace, in modo particolare, per questi due Paesi dell’Africa . Convinto che disinteressarsi dei problemi dell’umanità in un contesto come quello che affligge il Sud Sudan da moltI anni, significherebbe dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso; sentendo forte il dolore per le popolazioni congolesi sconvolte dalle violenze atroci e dalle guerre, e rinnovando un accorato appello alla coscienza e alla responsabilità delle autorità nazionali e della comunità internazionale, affinché si prendano decisioni adeguate e tempestive per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle, il Papa aveva già presieduto una celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo il giovedì 23 novembre 2017».

Nella nostra parrocchia di Santa Maria ai Monti a Roma, nelle Messe della giornata si dedica una speciale preghiera per la pace, sulla quale mediteremo anche durante la Via Crucis nel tardo pomeriggio.

Da tanti nostri carissimi fratelli e sorelle cattolici nel mondo riceviamo notizie che anche loro stanno vivendo questa giornata seguendo le indicazioni del Papa. Naturalmente dall’Africa. Don Igor, della parrocchia Saint Martin de Tours, nella diocesi di Natitingou in Benin, ha impostato la sua giornata sul silenzio e la preghiera, per sostenere l’intenzione del Santo Padre. Durante la Messa del mattino e alla Via Crucis oggi pomeriggio tutta la comunitá prega per la pace nei diversi paesi in guerra, in comunione con il Papa.  E i cattolici di tante dell’Asia si uniscono ai fratelli dell’Africa, anche in Cina, dove si sta ancora celebrando il Capodanno. Teresa dal Zhejiang parteciperá con la sua comunitá all’adorazione eucaristica, durante la quale pregheranno per la speciale intenzione del Papa.  A Canton, don John ha comunicato tramite un avviso ai suoi parrocchiani che oggi é una speciale giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo, invitando ogni famiglia a rispondere all’appello del Papa attraverso un pasto frugale come testimonianza di fede. Ambrosius, dalla diocesi di Semarang nell’isola di Giava (Indonesia), ha iniziato la giornata di preghiera celebrando la Messa con studenti e professori di un istituto di formazione, molti dei quali della comunitá protestante e musulmana. Anche Don Jerin ha celebrato la Messa mattutina con l’intenzione della pace, nella diocesi di Changanacherry, in Kerala (India). “Dedico tutte le attivitá della giornata alla pace, ho osservato il digiuno a pranzo e deciso di recitare tre rosari, offrendo le ansie e sofferenze dei fedeli, della mia comunitá e dell’intero Paese alla Regina della Pace” – ci dice il sacerdote. Sempre dall’India, Don Pinto ci informa che la sua parrocchia di Jeppu a Mangalore (Karnataka) ha avuto un solo pasto in tutta la giornata e ha partecipato alla Via Crucis “per sperimentare la vera pace che viene dal Signore Crocifisso, pregando per il dono della pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nazione e nel mondo intero, come dono del Signore Risorto!”.

Anche nel Collegio Urbano, i tanti seminaristi provenienti da tante parti del mondo si sono uniti alla preghiera e al digiuno per la pace per il Congo e il Sud Sudan, come racconta Massimiliano, studente dal Myanmar. “Offriamo tutto per le necessitá di questi Paesi, in particolare per i piú bisognosi“. Ivan dall’India dedica questo giorno “alla conversione dei cuori. Che il Signore faccia germogliare nei cuori il desiderio della pace, perché la comunitá internazionale e la Chiesa non possono fare nulla se i cittadini stessi non sono disposti a convertirsi“.

Tutti noi dobbiamo cominciare a vivere il cambiamento modificando gli spazi privati delle nostre responsabilità. Solo l’uomo delle Beatitudini può costruire la pace e può inserirsi naturalmente nei grandi processi di pace della storia. L’uomo del potere, del privilegio, della lobby, risulterà sempre un corpo estraneo alla pace e diventerà quasi senza rendersi conto, alleato della guerra.

Quando vogliamo dare dei nomi alla non violenza, diciamo giustizia, rispetto delle diversità, bene comune. Diciamo le Beatitudini, parole che danno nomi molteplici a questa verità unica di cui Gesù è stato il primo testimone. Gesù è testimone di pace, questa non violenza dai tanti nomi, che sono le beatitudini.

Raccogliamo oggi questo invito e ci uniamo a Papa Francesco, a tutta la Chiesa, a tutte le religioni e agli uomini di buona volontà, nella speranza della pace e costruendola giorno per giorno.


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Vivere in Cristo il digiuno e la festa: immagini dalla Chiesa in Cina

Con gratitudine e ammirazione verso i nostri amati Fratelli e Sorelle della Chiesa in Cina, condividiamo alcune immagini che ci hanno inviato da varie diocesi in questi giorni in cui inizia il tempo di Quaresima e ricorre la Festa di Primavera o Capodanno lunare. Sacerdoti e fedeli hanno voluto condividere con noi i momenti della Messa delle Ceneri – il giorno prima della Vigilia del Capodanno. In diverse chiese i fedeli hanno trascorso la Vigilia in  adorazione eucaristica e pregato per il nuovo anno. Alcune immagini ci mostrano sacerdoti e fedeli che visitano gli anziani soli e malati e portano loro doni nei giorni precedenti al Capodanno, “rispettando la pietà filiale” della tradizione cinese ed esercitando le opere di carità cristiana. Tante immagini ci mostrano i festeggiamenti del Capodanno, a partire dalla Messa, le decorazioni nelle chiese e i messaggi augurali, alcuni dei quali con citazioni o contenuti cristiani. Accompagna queste belle immagini una riflessione che ci ha inviato una giovane cattolica, sul significato del digiuno in questo tempo quaresimale. In queste settimane in cui tante notizie circolano sulla Chiesa in Cina, noi continuiamo a seguire e amare il Santo Padre e preghiamo per lui e tutte le sue intenzioni, che facciamo nostre e portiamo nel cuore. Con questo post desideriamo ancora una volta mostrare come  la fede cristiana fiorisca in armonia con la ricchissima e antica cultura cinese, abbia una grande  vitalità e si faccia prossima nell’esperienza della carità.

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Inizia la Quaresima; osserviamo pertanto lo spirito del digiuno:

1) Digiuniamo dall’ira e dall’odio: ogni giorno offriamo un gesto d’amore agli altri.

2) Digiuniamo dal giudicare: quando abbiamo la tentazione di giudicare gli altri, ripensiamo prima a come Gesù ha dimenticato i nostri errori.

3) Digiuniamo dalla mancanza di speranza: crediamo alla promessa di Gesù, Che per la nostra vita ha un progetto perfetto.

4) Digiuniamo dal lamentarci: quando abbiamo la tentazione di farlo, ripensiamo a Gesù, che ci ha donato la luce della gioia e offriamoGli gratitudine e lode.

5) Digiuniamo dal rancore e dalla tristezza: cerchiamo di perdonare chi potrebbe averci fatto del male.

6) Digiuniamo dall’infelicità: quando non ci sentiamo felici, ripensiamo a quanto il Signore ci ama e accettiamo tutto con gioia.

7) Digiuniamo dal consumismo: impegniamoci a spendere meno e a donare ai poveri quello che abbiamo risparmiato.

Speriamo che attraverso questo digiuno, possiamo vivere un tempo di Quaresima pieno di pace, amore e gioia, superando le difficoltà con Gesù, nella speranza di condividere con Lui la gioia della risurrezione.

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On The Road towards Easter

don Enrico Ghezzi

What is paradise? It will be an awareness of our Inner Self. It is to become finally aware that our Inner Self was created in God’s image (Gen 1 27 :” So God created man in His own image…”). I shall see in myself the image of God the Creator. Everyone will see in himself a reflection of God; like a ray of sun born from the incandescent origin of God’s love. I will know I am part of God’s eternal love.

God will be present and known by billions of creatures who will live in the incandescence of His love, the Holy Spirit of God. The entire cosmos will be displayed in the sun of love.

Then paradise will be for each and all of us the enjoyment of God who created us in his image. I shall contemplate him in myself, immersed in His love; the love which unites us all in God.

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This was what John meant in his First Letter 3 1-2: “Behold, what manner of love the Father has bestowed upon us that we should be called the sons of God.”  “Beloved, now we are the sons of God , and it doth not yet appear what we shall be. But we know that when He shall appear we shall be like him; for we shall see him as he is”. In fact: “Love is God, and everyone who loveth is born of God and knoweth God. In this was manifested the love of God toward us because God sent his only begotten son into the world ”(1 John 4.7-10). Paradise will be to know and live in the likeness of god, the Father.

But there will be more: the Son sent by the Father, the Word of God has taken on and included in his ‘divinity’ , flesh similar to our flesh, to our body. “And the Word was made flesh ”(John 1 14). He is the “first-born” of the new creation, after the creation of Adam and Eve. The flesh of every man, in his suffering which penetrates the human experience and the entire cosmos has been absorbed and lived by the body of Christ.

In embracing all humanity, on the cross, Jesus leads us to descend into death to be resurrected with him on Easter Day. Paradise will be the glory of our resurrection in the resurrection of Jesus. We shall know each other and we shall love each other in the love of God with our body created for happiness. We shall live always in our love of the Spirit which lives eternally between the Father and the Word of God, the Son made man. Creation and Incarnation, these are the mystery of light and happiness.


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Pope Francis, “a gift from Benedict XVI”

Reflections on the Church of Francis five years on from the renunciation of Benedict XVI.

From 11th February until 13th March in the Year of Our Lord 2013, a strong wind of the Spirit blew over the Church and the Earth.

“Brothers and sisters, good evening! […]“And first of all, I would like to offer a prayer to our Bishop Emeritus, Benedict XVI. Let us all pray together for him, that the Lord may bless him and that Our Lady may keep him”. The prayers Our Father, Hail Mary and Glory to the Father were then recited. “And now, we take up this journey: Bishop and People.”

Thus, Francis, the new Bishop of Rome, received the complex legacy of Benedict XVI’s papacy

«Though he were a Son, yet learned he obedience by the things which he suffered…»(Heb5,8). We may say that as Pontiff, Benedict XVI also learned obedience from the things which he suffered.  For many things in life we can have masters of all kinds. How many masters there are for politics, science, literature! But when we enter into the shadow of suffering there is no master because all voices cease. It is then that we learn, in obedience, – and in particular five years ago in Poe Benedict’s obedience – what it means to serve and not to serve the Church, what it means to love and not use the Church. Only the experience of suffering, of betrayal, in a word, Gethsemane, leads us to listen humbly to the voice of a love which is stronger than death.

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On that particular 11th February, “Professor Ratzinger” gave the Church and the World a great lesson; his last act of love as the Universal Pastor.

By his renunciation, Benedict XVI also provided the Spirit with the space in which to present us with the gift of Pope Francis, who has opened up a new era for the Church.

We know from the Gospels that Peter’s profession of faith, the rock upon which Jesus wanted to build His Church, was immediately “denied by the facts”. Jesus reproached Peter with harsh words because he did not accept the annunciation of the cross. At first, the Apostle was blessed by the Father but immediately afterwards he even became an obstacle, a stumbling block on the path towards Jesus. Peter and the others still had a long way to go, many things to understand.

The temptation is to follow a Christ without a cross but Jesus reminds us that His path is that of love and there is no real love without sacrificing oneself.

Pope Francis has taken Christ’s cross on his shoulders and takes it everywhere with him in the world, not as an ensign but indicating it as an instrument of salvation for all men.

The Pope is swimming against the current, he has an uphill battle. He tells us that only the love of Christ gives meaning and happiness to life. Every day, by his example he shows us that if we organize our life on love as Jesus did, our life will not be sterile but fertile.   He tells us that in the Eucharist, Jesus loses himself in order to find all of us.

Notwithstanding his witness of a Gospel “sine glossa” (or perhaps because of this?), the opposition to the Church of Francis, the Church of the poor and the least, is very active, also on the web and on certain traditionalist blogs. Often in an inept way thus invalidatings it, today they accuse the Pope of having cast the Church into doctrinal, moral and pastoral confusion. Curiously, these blogs speak to each other, they quote one another, they gather mutual strength from creating groups which remain minority groups – although what they come out with is very serious. They pose almost as the new Fathers of the Church. In reality they weigh like dust particles on the scales. Their tones and their arguments discredit them, but they are responsible for generating doubt and confusion among the People, above all among simple people and the lowly. But as the Gospel says, scandals must occur so that the true believers are revealed.

Pope Francis who came “from the end of the world” has today turned his attention to the entire world, to Christians, to other religions and naturally to the entire Catholic Church, indicating the Gospel as the safe route for the Church’s ship to sail and giving witness to it in his dialogue with believers in other faiths as well as non-believers, focusing “on what unites rather than what divides”.


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由于罪恶的增加,  许多人的爱情必要冷淡

教宗方济各 

2018年四旬期文告 

「由于罪恶的增加,
许多人的爱情必要冷淡。」
(玛廿四12)
亲爱的弟兄姊妹们:

主的逾越节又近了!在我们预备过复活节时,因着天主上智的安排,每年 给我们四旬期,作为「我们悔改的圣事性标志」1。四旬期召唤我们,叫 我们在整个生活中全心归向上主。

在这篇文告中,我愿再次帮助整个教会,以喜乐的心并在真理中,重新体 验此一恩宠的时刻。我愿以玛窦福音中耶稣的话做为导引:「由于罪恶的 增加,许多人的爱情必要冷淡。」(玛廿四12)

这段话出现在基督有关末世的训导。耶稣讲这话的时候,是在耶路撒冷 的橄榄山上,吾主的受难在那里即将始。耶稣回答门徒的问题时,预 言了一个大磨难,且描述了一个信友团体极易陷入的情境:在重大的考 验当中,假先知会令人误入歧途,而福音的核心──爱,在许多人心中会 冷淡下来。

Papa francesco foto

假先知

让我们听听这段福音章节,尽力去了解这些假先知会假扮成什么。 他们会宛如「舞蛇人」那般,操纵人的感情,去奴役他人,把他们带到他 们想要带去的地方。有多少天主的儿女被一时的享乐所迷惑,误以为那是 真正的幸福!有多少男女镇日沉迷在发财梦中,那只会使他们成为财富和 薄利的奴隶。有多少人一辈子都相信他们只需依靠自己,最后却陷于孤单 之中!

假先知也彷佛「江湖郎中」,他们提供简便而又迅速的疗法来解除痛苦, 但很快就证明完全无效。有多少年轻人受到毒品,或是受到各种有用则 要,而无用即弃的关系、得来容易的不義之財所吸引!又有更多人被困于 纯是「虚拟」的世界――可马上并直接建立各种关系,但最后却证明那些关 系都毫无意义!这些骗子叫卖一些没有真正价值的东西,夺去了人们最珍 贵的一切:尊严、自由以及爱人的能力。他们挑起我们的虚荣心,使我们 重视外表,但最后却愚弄我们。我们对此也不应感到惊讶。为了扰乱人 心,魔鬼「既是撒谎者,又是撒谎者的父亲」(若八44),常常以恶为 善,以虚假为真理。所以我们每个人都应该检视自己的心,查看我们是否 落入这些假先知的谎言中。我们必须学习仔细观察,透视事物的表面,以 认清究竟是什么会在我们心中留下良善且持久的印记,因为那才是来自天 主,且真正对我们有益的事。

冷漠的心

[意大利诗人]但丁(Dante Alighieri)描述地狱时,他描绘了魔鬼坐在一个 冰块宝座上2,冰冻着、没有爱,孤立在那儿。我们也大可以自问,我们 内心的爱何以会转为冷淡?如何可以看出我们的爱始冷淡下来了?

摧毁爱德的最大力量就是贪爱钱财,那是「万恶的根源」(弟前六10)。 紧接着而来的就是拒绝天主以及祂的平安;我们宁可生活在凄凉孤寂中, 也不愿在天主的圣言和圣事中找到安慰3。这一切都引领我们以暴力反对 任何我们认为对自己的「确定感」有威胁的人,亦即:未出生的孩子、年 长及衰弱的人、移民、我们当中的外人,或是那些不符我们期望的邻人。

宇宙万物本身就默默见证了世人爱心的渐趋冷淡。地球被垃圾所毒化,那 些垃圾都是因为漠不关心或只顾自己利益而丢弃的。被污染的海洋,吞噬 了无数被迫迁移、却遭船难而葬身大海的人。在天主的计划中,苍天是要 赞美上主的,却被如雨降临般的死亡武器所撕裂。

在我们自己的团体里,爱也可能渐趋冷淡。在《福音的喜乐》劝谕中,我 试着描述缺乏爱的最明显记号:自私、精神懈怠、悲观主义、自我陶醉的 诱惑、不断地自相残杀,以及让我们只关心表面,因而减少了传教热忱的 世俗心态。4

我们该怎么做?

也许我们在内心深处以及自身周遭,都能看到我刚才描述的那些标记。但 是教会──我们的慈母与导师,加上「真理」的苦口良药,却能让我们在 四旬期用祈祷、施舍、守斋等作为疗药。

我们以更多的时间祈祷,就能让自己的心脱离那隐藏着的各种欺骗自己的 谎言,5也就能得到天主给我们的安慰。祂是我们的父,祂要我们好好地 生活。

施舍他人可让我们免于贪婪,也帮助我们把近人视为弟兄姊妹。我所拥 有的,绝对不可能只是我的。我多么希望施舍能成为每一个人真正的生 活方式!多么希望我们基督徒能效法宗徒们的榜样,在分享财物中看到 我们教会共融的具体证明!因此,我呼应圣保禄对格林多人的劝告,能 为耶路撒冷团体捐款,他们自己也会因此受益(参:格后八10)。在四 旬期内,这样做再合适不过了,因为这时有许多团体拿出捐款来帮助有 需要的教会和人们。然而,我也希望,即使在日常生活中,遇到向我们 乞求帮助的人时,也能把这视为来自天主亲自的恳求。当我们施舍他人 时,就参与了天主对他每一个子女的眷顾。如果今天天主借着我帮助了 某人,明日祂岂不是也会照顾我自己的需要?因为没有一个人比天主来 得大方慷慨。6

守斋可减轻我们的暴力倾向;它缓和我们的怒气,成为我们成长的重要机 会。一方面它让我们体验自己必须忍受怎样的孤寂和饥饿。另一方面也表 达我们自己在主内灵修生命上的饥渴。守斋使我们清醒。它使我们更注意 天主和我们的邻人。它重燃我们服从天主的渴望,因为唯有天主能满足我 们的饥渴。

我也愿意将我的请求延伸到天主教会以外,扩及于凡愿意聆听天主声音的 善心男女人士。或许你们跟我们一样,也受到散布全世界的罪恶所困扰, 你们也关心那被冷漠所瘫痪的人心和行动,你们也注意到我们作为人类大 家庭中一分子的意义被淡化了。那么,请加入我们,向天主提出我们的恳 求,并主动去为我们那些有需要的弟兄姊妹做些事!

复活节的烛火

最重要的是,我呼吁教会人士以热心走上四旬期之旅,藉由施舍、守斋和 祈祷获得力量。如果有时我们心中的爱之火焰似乎熄灭,要知道天主的心 绝对不会这样!祂不断给我们机会重新去爱。

今年仍然会有此一恩宠的时刻,也就是「奉献廿四小时给天主」的活动, 邀请全体教会在朝拜圣体的时间内领受和好圣事。2018年的这个活动,是 从圣咏一三○4:「你以宽恕为怀」得到启发,将在3月9日星期五至3月10 日星期六举行。在每一个教区里,至少要有一座教堂连续廿四小时放, 让大家有机会去朝拜圣体、行和好圣事。

在复活节前夕,我们要再一次举行点燃复活蜡的礼仪。从「新火」点燃 的这光,会渐渐消除黑暗,照亮整个参与礼仪的会众,「愿光荣复活的 基督,以祂的真光驱散我们心灵的黑暗」7,也让我们能再一次体验到厄 玛乌门徒的经验。愿我们借着聆听天主圣言、从圣体的餐桌汲取养分, 让我们的心能够更热切地活在信望爱中。

我衷心许诺,要为大家献上我的祈祷,并降福各位。也请勿忘为我祈祷。

教宗方济各

2017年11月1日,
诸圣节 发自梵蒂冈
(台湾明爱会恭译)

 

1 《羅馬彌撒經書》,第一四旬期主日,集禱經(意大利文)。

2 《地狱》,第34章,28-29。

3 「许多时候我们害怕受到安慰,这实在令人匪夷所思;沉浸在悲伤和遗憾当中,反而教人更觉得安全。你们 可知道个中原因?原来在忧伤中,我们总自觉是主角。然而,在安慰中,圣神才是主角!」(2014年12月7 日,三钟经)

4 《福音的喜乐》76-109。

5 参:教宗本笃十六世,《在希望中得救》通谕,33。

6 參:教宗碧岳十二世,《信德的礼物》通谕,III。

7 《罗马弥撒经书》,复活前夕,烛光礼 。

 


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Celebrare il Capodanno cinese in tempo di Quaresima

Riportiamo una condivisione di un bravo sacerdote cinese su come i cattolici in Cina si preparano a festeggiare il Capodanno lunare, che quest’anno cade il giorno dopo il Mercoledì delle Ceneri, quindi in tempo di Quaresima. I cattolici in Cina continuano a mantenere la propria millenaria cultura e nel contempo a vivere la loro fede cristiana, in piena armonia.

Don Ambrogio, dalla Cina

Tra poco festeggeremo ancora il nuovo anno. Nei centri commerciali e per strada si respira già un po’ di atmosfera della Festa di Primavera (o Capodanno lunare). Come cristiano nato in Cina, sono chiamato a trascorrere una festa autenticamente cinese, ma anche a vivere in Cristo la Festa di Primavera.

Essendo stato sin da piccolo parte della famiglia cristiana, i ricordi della celebrazione del nuovo anno della mia infanzia sono sempre inevitabilmente legati ad aspetti religiosi. Nell’ultimo giorno dell’anno, tutti si riuniscono in chiesa per partecipare alla preghiera e alla Messa presieduta dal Vescovo, la benedizione eucaristica, e il rendimento di grazie. Nello stesso tempo riconosciamo gli errori commessi nel corso dell’anno e chiediamo perdono a Dio.

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La Festa di Primavera e’ il primo giorno del calendario lunare. In quel giorno, tutti si scambiano gli auguri per il nuovo anno, anche i cristiani. Noi cristiani, dopo i tradizionali festeggiamenti, andiamo in chiesa per celebrare il nuovo anno con il vescovo e i sacerdoti e scambiarci gli auguri di un meraviglioso nuovo anno di pace nel Signore e di realizzazione dei nostri desideri. Poi celebriamo una Messa solenne di rendimento di grazie.

In questo giorno di benedizione e di gioia, che in ogni famiglia assume il senso della riunione, si parla, si ride e si mangia insieme. Allo stesso modo, nelle famiglie cristiane, si attribuisce grande importanza al significato di questa festa e prima di iniziare a mangiare si prega il Signore affinché benedica il nuovo anno, tutti abbiano il pane quotidiano a sufficienza e a nessuno manchi il lavoro e la felicità in famiglia.

La Festa di Primavera e’ la festività più solenne tra tutte quelle celebrate in Cina. Dura 15 giorni e gli studenti hanno un periodo di vacanza di circa un mese. Tuttavia, il Capodanno lunare non cade ogni anno negli stessi giorni e quest’anno si festeggia il giorno successivo al Mercoledì delle Ceneri. Quindi si tratta di una giornata di festa che cade in tempo di Quaresima.

Il Mercoledì delle Ceneri e’ l’inizio della Quaresima, quindi l’intero periodo del Capodanno lunare coincide con il tempo quaresimale. La Quaresima e’ il tempo di preparazione alla Pasqua. In questo tempo la Chiesa ci invita alla preghiera, la sobrietà, la conversione, la penitenza, l’elemosina e il digiuno…. Tutto questo ci sembra “stonare” con l’atmosfera di festa e divertimento del Capodanno. E’ vero che la strada verso il paradiso e le vie del mondo non sempre si incontrano. Non è che Dio non sia vicino ai sentimenti umani, ma piuttosto le vie del mondo non si fermano in paradiso. I piaceri mondani non superano la prova del tempo, il tempo passa e non lascia nulla, i divertimenti sono destinati a finire. Solo Dio c’e’ sempre, ieri, oggi e per l’eternità.

In questa Festa di Primavera invitiamo Gesù a venire a casa nostra, solo Lui e’ per sempre. Quest’anno, dopo l’imposizione delle ceneri e la vigilia di Capodanno, invitiamo Gesù a venire a casa nostra. Solo Lui e’ per sempre. Quest’anno, dopo l’imposizione delle ceneri e la vigilia di Capodanno, invitiamo Gesù a casa nostra a portare la pace e celebrare nella pace la Festa di Primavera! Come sono meravigliosi i piani di Dio!


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春节与四旬期的和谐

中国天主教徒保持中国文化也活出基督信仰。

Ambrogio 神父

马上又要过年了,商场和街道上已经有了些许春节的味儿了,作为一个基督徒,生在中国,不仅要过一个地道的中国味儿的年,更要过一个在基督内有生命的春节。

因为从小生在教友家庭,所以儿时过年的记忆总离不开一些宗教色彩,每年的三十晚上,大家齐聚圣堂,参与由主教主持的祈祷、弥撒,最后圣体降福,感恩、谢恩,同时也承认我们这一年的过错,求天主饶恕。

春节是农历的第一天,人们有相互拜年的习惯,作为基督徒在给亲人们拜了年之后,去圣堂,给主教、神父们拜年,互祝主内的平安和新的一年美好的愿望实现,然后弥撒感恩大祭。

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这样美好祝福的一天,也在每个家庭表现出团圆之意,一家人一起说说笑笑,吃个团圆饭; 同样在一个基督徒家庭,人们很重视这一顿饭的新年意义,都会以饭前经开始求天主祝福这一整年,都能够有日用的食粮,都能不缺乏工作和家庭的圆满幸福。

春节是中国所有节日中庆祝的形式最为隆重的,一般持续庆祝十五天,所以学校的假期都是一个月左右。然而,每年的农历新年日期都不一样,今年的春节是圣灰礼仪的后一天,本是欢乐的日子,却遇到了教会礼仪年中的四旬期、、、

圣灰礼仪是四旬期的开始,也就是说: “整个春节期间,都在四旬期内。四旬期是为了复活节做准备。教会的号召是:祈祷、克己、补赎、悔改、施舍、守斋、、、

这些词语似乎和春节的喜庆、节日的欢闹,格格不入。是的,通往天堂的路和世界的路总是不能融合。不是天主不近人情,而是走世界的道路,终点站不是天堂。世界的快乐,经不起时间的考验,再享乐的日子,久了,也会空虚,再热闹的节日,终究也会曲终人散。唯有天主,昔在、今在、永在!

这个春节,邀请耶稣,与我们一起回家、只有祂,才是永恒的。今年,擦完圣灰、过除夕,把耶稣请到家里,平平安安过大年,天主的安排,真好!

 


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Papa Francesco, “un dono di Benedetto XVI”

Riflessioni sulla Chiesa di Francesco a 5 anni dalla rinuncia di Benedetto XVI.

Dal’11 febbraio al 13 marzo dell’anno del Signore 2013 la Chiesa e il mondo furono attraversate da un intenso vento dello Spirito.

Fratelli e sorelle, buonasera! […]“E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca (si recitò il Padre Nostro, e l’Ave Maria e il Gloria al Padre). E adesso, incominciamo questo cammino, vescovo e popolo.”

Francesco, nuovo Vescovo di Roma raccolse così la complessa eredità del pontificato di Benedetto XVI.

«Pur essendo figlio Egli imparò l’obbedienza dalle cose che patì…»(Eb5,8). Possiamo dire che anche da pontefice, Benedetto XVI imparò l’obbedienza dalle cose che patì. Per tante cose della vita possiamo avere maestri di ogni genere. Per la politica, la scienza, la letteratura, quanti maestri ci sono! Ma quando entriamo nell’ombra del dolore non c’è nessun maestro perché tutte le voci tacciono. Allora noi impariamo, nell’obbedienza – e in particolare cinque anni fa in questa obbedienza del Papa Benedetto – che cosa significhi servire e non servirsi della Chiesa, cosa significa amare e non usare la Chiesa. Solo l’esperienza del dolore, del tradimento, in una parola del Getsemani ci introduce nell’ascolto docile di un amore più forte della morte.

In quel 11 febbraio il “Professor Ratzinger” diede alla Chiesa e al mondo una grande lezione; il suo ultimo servizio d’amore come Pastore universale.

Benedetto XVI con la sua rinuncia diede anche allo Spirito lo spazio per donarci Papa Francesco, che ha aperto una nuova stagione per la Chiesa.

Sappiamo dai Vangeli che la professione di fede di Pietro, roccia su cui Gesù vuole costruire la Sua Chiesa, è subito “smentita dai fatti”. Gesù rimprovera Pietro con parole dure, perché non accetta l’annuncio della croce. Un momento prima l’Apostolo era benedetto dal Padre e subito dopo diventa addirittura un ostacolo, una pietra d’inciampo sulla strada di Gesù. Pietro e gli altri hanno ancora molta strada da fare, molte cose da comprendere.

La tentazione è di seguire un Cristo senza croce, ma Gesù ci ricorda che la sua via è quella dell’amore e non c’è vero amore senza il sacrificio di sè.

Papa Francesco ha preso in consegna la croce di Cristo e la porta in giro per il mondo non come un vessillo, ma indicandola come strumento di salvezza per tutti gli uomini.

Cammina contro corrente e in salita il Papa. Ci dice che solo l’amore di Cristo da’ senso e felicità alla vita. Ci dice ogni giorno con il suo esempio che se impostiamo la nostra vita sull’amore come ha fatto Gesù la nostra vita non sarà sterile ma feconda. Ci dice che nell’Eucarestia Gesù perde se stesso per ritrovare tutti noi.

Nonostante la Sua testimonianza di un “Vangelo sine glossa” (o forse proprio per questo?) l’opposizione alla Chiesa di Francesco, alla Chiesa dei poveri e degli ultimi, è molto attiva, anche sul web e su alcuni blog di tradizionalisti. In modo spesso maldestro che si squalifica da sè, essi accusano oggi il Papa di aver gettato la Chiesa in confusione dottrinale, morale, pastorale. Curiosamente questi blog parlano tra di loro, si citano l’uno con l’altro, si fanno forza reciprocamente per mettere insieme dei gruppi che rimangono minoritari – anche se le loro esternazioni sono molto gravi. Si spacciano quasi per novelli Padri della Chiesa. In realtà contano come il pulviscolo sulla bilancia. I loro toni e i loro argomenti li screditano da sè, ma hanno la responsabilità di ingenerare dubbi e confusione tra il Popolo, soprattutto i semplici e i piccoli. Ma come dice il Vangelo, gli scandali devono avvenire affinché si manifestino i veri credenti.

Papa Francesco venuto “dalla fine del mondo” oggi ha volto lo sguardo all’intero mondo, ai cristiani, alle altre religioni, e naturalmente all’intera Chiesa Cattolica, indicando il Vangelo come rotta sicura da seguire per la barca della Chiesa e testimoniandolo nel dialogo con credenti di altre fedi e non credenti, puntando su “ciò che ci unisce piuttosto che ciò che ci divide”.