Mercoledì delle Ceneri e Tempo di Quaresima
Inizia il tempo della Quaresima, che ci porterà dopo 40 giorni al Triduo Pasquale, cuore dell’anno liturgico.
Nel Mercoledì delle Ceneri la Chiesa, imponendo il segno delle ceneri sul nostro capo, compie un gesto semplice che ricorda la fragilità della natura umana, l’essere creature. Il fatto di essere creati, però, nella visione cristiana non si riduce a una connotazione di precarietà, quasi a una connotazione “negativa” dell’essere umano, della sua natura e delle sue potenzialità. Essere creature presuppone l’esistenza di un Dio creatore, che ci ha amato “sin dal grembo materno” e si prende cura di noi. Un Dio creatore e Padre. Recita infatti il Credo, il simbolo della fede cristiana: “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra”. E’ bello che Dio venga menzionato prima come Padre e poi come Creatore. E’ bello che la parola onnipotente venga accostata alla parola Padre. Dio e’ un Padre che può fare tutto per i suoi figli, in virtù dell’amore, dello Spirito che li lega a lui.
In questa creatura umana desiderata, amata e custodita da Dio, che è disposto a tutto per lei fino a morire per salvarlo, abita infatti lo Spirito “che e’ Signore e da’ la vita”. Lo Spirito sarà con noi come consolatore, rimanendo con noi tutti i giorni, “fino alla fine del mondo”.
Viviamo allora con speranza questo tempo, nella riflessione, nella meditazione e nella preghiera, ricordandoci di essere creature fragili ma soprattutto amate e custodite da Dio Padre. Questo ci potrà aiutare a vivere il percorso non in una penitenza fine a sè stessa, timorosa e sterile, ma come una riconciliazione con Dio Padre e una conversione al Vangelo, la notizia gioiosa della resurrezione di Cristo, che cambia radicalmente e per sempre la vita. Non solo la nostra, ma quella degli altri, perché il Vangelo e’ “contagioso”.
Ritornare al Signore ‘con tutto il cuore’ significa intraprendere il cammino di una conversione non superficiale e transitoria, bensì un itinerario spirituale che riguarda il luogo più intimo della nostra persona. Il cuore, infatti, è la sede dei nostri sentimenti, il centro in cui maturano le nostre scelte, i nostri atteggiamenti. Quel ‘ritornate a me con tutto il cuore’ non coinvolge solamente i singoli, ma si estende all’intera comunità, è una convocazione rivolta a tutti: “Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo”.
Gesù nel Vangelo ci ha spiegato che la vita, come un cammino di risposta a Dio che ci viene incontro, deve essere vissuta in modo serio: preghiera, digiuno ed elemosina più che singole azioni esprimono un unico movimento del cuore che sa amare Dio, sa amare gli altri, e sa vivere costantemente orientato verso le cose che non passano. La meta è la Pasqua, giorno in cui è svelato pienamente l’immenso amore del Signore per ciascuno di noi.