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ll peccato contro la carità e l’aridità spirituale alla radice del dramma degli abusi nella Chiesa

Una riflessione dopo l’Incontro sulla Protezione dei Minori nella Chiesa conclusosi domenica in Vaticano

Don Enrico Ghezzi*

Carpire l’innocenza dei bambini e uccidere l’ardore della loro vita nello sviluppo adolescenziale, che tipo di “peccato” è mai? Alla radice è un “peccato contro la carità”.

Per tentare di capire il dramma degli abusi su minori, si possono fare analisi psicologiche, indagare nelle più remote e sconosciute profondità dell’inconscio, ma alla fine, per noi cristiani, è il peccato contro l’amore, il tradimento della carità, alla radice di questo abisso di male nella Chiesa.

Croce

È scomparsa dalla tua anima la carità che tu prete, vescovo, cardinale, dovevi vivere nella gioia e nel dono generoso del tuo ministero; non sei stato forse, in seminario, per lunghi anni, educato ad amare Gesù e a vivere il Vangelo per il popolo che dovevi servire? Non hai sentito ripetere, infinite volte – come la Scrittura dei due Testamenti ci ha insegnato – che “Dio è amore” e che dobbiamo “amare Dio e il prossimo”? L’altro – il bambino e il giovane – diventa invece per te un oggetto del desiderio, su cui far valere il potere, la forza fisica, la soggezione psicologica, in un atto che imprime nella carne di questi innocenti il marchio dell’egoismo cieco e violento.

L’abuso sui minori è un problema di distruzione dell’amore, ed è ancor più grave, perché questo “prossimo” che Dio ci chiama ad amare più di noi stessi, è vulnerabile, ignora o non sa opporsi al male che sta subendo. I danni e traumi psico-fisici e affettivi lo segneranno per tutta la vita.

Per noi cristiani, l’atto di fede che professiamo ha senso esclusivamente nel suo contenuto di carità e di amore. Ecco perché, dopo che attraverso la legge e il diritto si stabiliscono le responsabilità e le condanne di chi è colpevole di abusi sui minori, per i cristiani – le comunità, le parrocchie o gli istituti religiosi – il “rimedio” sta nella riscoperta quotidiana della carità e dell’amore. Carità e amore che sono totalmente assenti in quei consacrati che si sono macchiati di un simile delitto contro degli innocenti.

Educando a queste virtù, si può pensare a un percorso di “purificazione” e di “guarigione” per tutta la Chiesa. E anche attraverso una formazione dei giovani candidati al sacerdozio e un discernimento di quanti sono chiamati a diventare pastori, ponendo a fondamento il cuore della Scrittura: le beatitudini – che sono la vera “road map” – e, come ci ricorda l’apostolo Paolo, “la fede, la speranza e la carità”, di cui “di tutte più grande è la carità!”(1Cor 13,13).

I consacrati che si sono macchiati di tali crimini devono innanzitutto riconoscere la loro mancanza di amore. Essi hanno una possibilità di riscatto solo se si pongono in atteggiamento di penitenza e di ascolto della Parola, se si affidano, se lasciano operare lo Spirito. Se prescindiamo dallo Spirito – “l’amore di Dio che si è riversato nei nostri cuori” – ci troveremo sempre di fronte agli abissi di questo male che vede perfino i nostri confratelli correre verso il precipizio dell’abuso, della violenza, dell’umiliazione del piccolo e dell’indifeso.

Papa Francesco credo che possa condividere questo pensiero: oltre alle leggi che sono necessarie per prevenire, intervenire e fare giustizia nei casi di abusi sui minori, è indispensabile cambiare i cuori, convertirsi a Gesù e al Vangelo, aprirsi alla grazia dello Spirito Santo.

È opportuna qui anche una breve riflessione sulla pesante aridità spirituale che sta investendo sempre di più i nostri Paesi occidentali, prosciugando le sorgenti di vita interiore coltivata nella Chiesa per molti secoli: monasteri e luoghi di contemplazione; la lettura orante della Scrittura; la condivisione dei pastori della Chiesa, con il nostro popolo, di una vita semplice e povera; l’attenzione e la vicinanza alle sofferenze sociali; la gioia e la bellezza della fede trasmessa dai nostri genitori…

Un materialismo apparentemente inoffensivo, ma in realtà divoratore, sta prendendo sempre più piede, esprimendosi anche e soprattutto con un’assenza di vita spirituale e interiore. È dal seme della spiritualità e dell’interiorità che germogliano l’amore e la carità. In tale vuoto spirituale, si fa fatica oggi, non solo nel matrimonio e come genitori, ma anche nella vita consacrata, vivendo una vocazione spesso senza più radici e motivazioni forti e autentiche, più facilmente preda della ricerca del potere, dell’egoismo, della mondanità e del clericalismo.

È in questo deserto spirituale che avvengono gli abusi sui minori, anche da parte dei chierici. Tanti di loro che si macchiano di tali delitti vivono un celibato e un ministero non come un dono della Grazia, ma come un vincolo senza felicità, senza amore e senza la gioia di servire il Popolo di Dio. 

Chiediamo a Dio la grazia di una vera conversione attraverso il dono dello Spirito e un ritorno ai fondamenti del Vangelo.

*Parroco emerito della Diocesi di Roma


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Incontro protezione minori: la conferenza di presentazione

Ieri mattina si è svolta nella Sala Stampa della Santa Sede la Conferenza Stampa di presentazione dell’“Incontro sulla protezione dei minori nella Chiesa, previsto dal 21 al 24 febbraio. L’Incontro, espressamente voluto dal Papa, avverrà nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, dove s’incontreranno i presidenti di tutte le Conferenze Episcopali del mondo e saranno presenti anche vittime di abusi.

Vaticano

Alla conferenza di presentazione sono intervenuti il card. Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, Membro del Comitato organizzativo; mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, segretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede, membro del Comitato organizzativo dell’incontro; padre Federico Lombardi, moderatore dell’Incontro e Presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI; presente anche padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei Minori della Pontificia Università Gregoriana, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e referente del Comitato organizzativo. Infine sr Bernadette Reis, assistente del Direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti.

Mons. Charles J. Scicluna  ha elencato i temi principali delle tre giornate:  la responsabilità, il rendere conto e la trasparenza.

Padre Lombardi, moderatore dell’Incontro, ha illustrato il programma delle tre giornate, a cui corrispondono i tre temi principali.

Nella prima mattinata ci sarà un video di testimonianza delle vittime, e una breve introduzione del Papa.

Sabato sera è prevista una liturgia penitenziale, dove il Papa sarà presente ma non farà l’Omelia, che sarà invece tenuta dall’Arcivescovo ghanese Naameh.  Alla liturgia sarà presente una vittima di abusi.

Domenica mattina verrà concelebrata una Messa dal Papa, in cui l’Omelia sarà celebrata da Monsignor Coleridge, proveniente dall’Oceania. Il Santo Padre terrà un discorso finale, per poi recarsi alla finestra per il consueto momento dell’Angelus.

Lo schema delle tre giornate prevede una preghiera iniziale, tre relazioni a giornata, lavori di gruppo e la preghiera della sera.

Il primo giorno avrà come relatori il cardinale Tagle, monsignor Scicluna e il Cardinale Salazar Gomez; nel secondo giorno ci saranno gli interventi del cardinale Gracias, del cardinale Cupich e nel pomeriggio parlerà la dottoressa Ghisoni; per l’ultima giornata sono previsti come relatori la religiosa nigeriana Veronica Openibo, il cardinale Marx e infine la relazione pomeridiana sulla comunicazione della giornalista Valentina Alazaraki.

I partecipanti arrivano da tutti i paesi: 190, tra presidenti delle Conferenze episcopali o loro rappresentanti – 114 in totale dai cinque continenti -, 14 capi delle Chiese orientali, 12 religiosi e 10 religiose, a cui vanno aggiunti una decina di capi Dicastero attinenti alla questione, il sostituto e il segretario per i rapporti con gli Stati, 5 membri del Consiglio di Cardinali che non rientrano nei presidenti delle Conferenze episcopali, 4 membri dell’organizzazione e i 9 relatori dell’incontro, tre per ogni giornata. Saranno inoltre presenti varie associazioni di vittime di abusi.

Padre Hans Zollner ha inoltre spiegato due importanti strumenti riguardanti l’Incontro: il questionario proposto ai partecipanti e il sito internet ufficiale, pbc2019.org, che è già consultabile.