Durante la Giornata Mondiale della Gioventú a Cracovia, Papa Francesco visita il campo di concentramento di Auschwitz dove hanno trovato la morte oltre un milione di Ebrei.
Don Francesco Pesce
Papa Francesco è stato oggi pellegrino silenzioso nel campo di concentramento dAuschwitz. Nelle vicinanze di Oswiecim (in tedesco Auschwitz), città nella Polonia del sud, sono situati vari campi di concentramento e di lavoro che rappresentano l’abisso del male, il male assoluto scritto con sangue indelebile nelle pagine della storia. Il Papa poi si è recato nel terribile campo di sterminio di Birkenau. Ha fatto la scelta del silenzio; nessun discorso, neanche una parola. A capo chino e nel silenzio assoluto anche in un lungo momento di preghiera nella cella di San Massimiliano Kolbe, che diede la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia, Franciszek Gajowniczek.
Forse oggi con questo assordante silenzio di Papa Francesco possiamo capire qualche cosa di più del silenzio di Dio e del silenzio dell’uomo in quei terribili giorni della seconda guerra mondiale, e in tanti altri tragici giorni della storia, compresa quella nostra quotidiana. Auschwitz e Birkenau luoghi di morte e di sfida alla morte, di dolore e di coraggio. Luoghi in cui Dio conduce oggi il Suo profeta Francesco per gridare con il silenzio, al cuore di tutti, per rialzare in piedi vite smarrite, per riconsegnare la Speranza rubata al mondo. Si è sporcato le scarpe della polvere dell’uomo, Papa Francesco, camminando lentamente sul brecciolato dei due campi. Quanto inutili e meschine appaiono in questo momento le ridicoli nostalgie per le scarpe rosse dei pontefici, su cui tanti “addentro alle cose vaticane” e perfino con responsabilitá ecclesiali e pastorali, spesso si soffermano. Che contrasto straordinario tra mediocri parole di gente che non si è mai sporcata, e questo altissimo silenzio del Papa, che continua imperterrito a “sporcarsi” le mani e i piedi, per stare dentro alle cose del mondo.
A chi vorrà seguire e segue il Signore Gesú e oggi la Chiesa in uscita di Papa Francesco capiterà spesso di sporcarsi le scarpe, le mani, tutto il corpo. Capiterà di dover attraversare i moderni campi di concentramento, dove si trova il dolore del mondo: le carceri, gli ospedali, le periferie dove spesso l’uomo è deportato insieme alla sua dignità. Ma anche, piú semplicemente, le nostre case, le nostre famiglie, a volte ben lontane dall’essere il focolare domestico della gioia e della condivisione. Capiterà anche di sporcarsi con i dubbi laceranti della vita e della fede: “Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloi, Eloi, lema sabactàni? Che significa: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”. (…) Ma Gesù, dando un forte grido, spirò”(Mc 15,33-37).
Polvere è l’uomo: eppure quella polvere, abitata dal soffio dello Spirito, è il capolavoro più bello di Dio. Forse Dio è rimasto in silenzio in quei giorni terribili perchè ancora una volta stava ricreando l’uomo con il dono del Suo Spirito. Grazie Papa Francesco per il tuo silenzio e per le tue scarpe sporche.Grazie per camminare dentro il dolore del mondo con la tua fede in Dio e nell’uomo. Preghiamo con te e per te.