La scorsa settimana si è tenuto a Pechino un Forum ecclesiale per celebrare il 50mo anniversario della pubblicazione della traduzione in cinese della Bibbia a opera dello Studium Biblicum Franciscanum di Hong Kong (in cinese Sigao Shengjing思高圣经), iniziata e diretta dal Beato Gabriele Maria Allegra, OFM.
Il simposio, organizzato dal Faith Institute for Cultural Studies e dalla Chiesa Cattolica cinese, si è svolto nella giornata del 18 ottobre 2018, presso il Friendship Hotel di Pechino. Vi hanno partecipato vescovi, sacerdoti, religiose e laici, che hanno condiviso esperienze e studi sulla traduzione, l’educazione, la spiritualità, l’evangelizzazione e la pastorale biblica.
La cerimonia di apertura è stata presieduta da Mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yan’An (Shaanxi), con diversi saluti a partire da quelli di Mons. Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde (Hebei). Entrambi i prelati erano a Roma nelle scorse settimane per partecipare al Sinodo sui giovani – la prima volta per due vescovi della Cina continentale.
Nel suo discorso, Mons. Guo ha ricordato che “Ignorantia Scripturae, ignorantia Christi est” e ha ripercorso il processo di traduzione dell’edizione biblica curata dallo Studium Biblicume il contesto storico della sua pubblicazione. Come è noto, questa edizione – la prima versione cattolica completa della Sacra Scrittura in cinese dai testi originali pubblicata a Hong Kong nel 1968 e autorizzata in Cina nei primi anni ’90 – rimane la più apprezzata e utilizzata dai fedeli.
Erano presenti e hanno partecipato alle varie sessioni diversi seminari da varie parti della Cina, come il Seminario di Pechino, di Shenyang (Liaoning), dello Shaanxi, dello Sichuan, di Jilin, di Sheshan (Shanghai) e dell’Hebei. Diversi sacerdoti e religiose che hanno partecipato sono dediti all’insegnamento della Bibbia in diversi ambiti. Dalla condivisione è emersa una consapevolezza condivisa dell’importanza della Bibbia nella vita della Chiesa, del fatto che “per amare Dio dobbiamo iniziare dalla Bibbia” – come affermato da un sacerdote tra i partecipanti.
Durante il Simposio si è sottolineata la necessità di promuovere maggiormente la lettura della Bibbia, in particolare tra i laici, attraverso gruppi di studio e la Lectio Divina; aggiornare la formazione biblica nei seminari e tra i sacerdoti che operano nelle parrocchie; pensare di creare un gruppo di studiosi della Bibbia, un centro biblico o di formazione biblica; includere maggiormente le concordanze nelle edizioni bibliche; disporre di maggiori risorse in cinese per lo studio della Bibbia; e prestare più attenzione al potenziale dei nuovi mezzi di comunicazione sociale. Alcuni partecipanti hanno reiterato l’apprezzamento per la traduzione del Beato Allegra, una traduzione eccellente, elegante e accurata. Tra le sfide o le difficoltà emerse, sono stati menzionati il fatto che la lingua col tempo cambia e molte espressioni o termini impiegati nella versione dello Studium Biblicumsono oggi caduti in disuso e andrebbero aggiornati. Vi sono poi differenze idiomatiche tra Cina continentale e Hong Kong o Taiwan. Mancano poi traduzioni bibliche nelle lingue delle minoranze etniche in Cina.
La discussione è stata molto attiva e concreta da parte di tutti i partecipanti e si è conclusa con le parole di Mons. Giuseppe Shen Bin, vescovo di Haimen (Jiangsu), appena rientrato dall’Italia, dove ha partecipato all’incontro internazionale Ponti di pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Bologna. Mons. Shen ha espresso gratitudine ai partecipanti, sperando di mettere insieme la saggezza condivisa da ciascuno per poterla concretizzare in azione attraverso la collaborazione di tutti.
Breve storia della traduzione dello Studium Biblicum Franciscanum
Padre Gabriele Maria Allegra (1907-1976), frate francescano siciliano beatificato da Papa Benedetto XVI il 29 September 2012, è l’iniziatore di questa opera di traduzione biblica. Concepì l’idea dopo aver partecipato a una conferenza a Roma, nella quale si parlava di Giovanni da Montecorvino OFM (1247-1328), missionario in Cina durante la dinastia Yuan (1279-1368), fondata dai discendenti mongoli di Gengis Khan, e la sua traduzione del Nuovo Testamento e dei Salmi in lingua mongola. Apprendendo come una “scossa elettrica” che non vi era ancora una traduzione completa della Bibbia in cinese (mentre i protestanti ne avevano già diverse, comprese le lingue etniche), Padre Allegra iniziò negli anni ’30 il lavoro di traduzione, che portò a termine negli anni ’60. Nel 1961, la traduzione fu pubblicata in diversi volumi a Hong Kong, dove aveva fondato lo Studium Biblicum Franciscanum, per essere coadiuvato da cinesi nell’opera di traduzione. L’edizione in un unico volume, più pratica per l’uso dei fedeli, fu pubblicata nel 1968, il giorno di Natale. La traduzione si basa sui testi originali, non più sulla Vulgataa differenza della maggioranza delle traduzioni precedenti, tutte parziali e in massima parte del Nuovo Testamento, fatta eccezione per la traduzione del gesuita Louis de Poirot (1735-1813), che Padre Allegra conosceva e di cui fece delle foto recandosi alla chiesa del Nord di Pechino (Beitang) dove ne era conservata una copia. Tuttavia, la Bibbia di Padre Allegra non fu autorizzata in Cina continentale prima degli anni ’90. Fino a quel tempo, i cattolici cinesi usavano una precedente versione del Nuovo Testamento dalla Vulgata, di un altro padre gesuita, cinese, Joseph Xiao Jingshan 蕭靜山(1855-1924), pubblicata nel 1922, con diverse revisioni, di cui l’ultima condotta guardando ai testi originali nel 1956. La Cina autorizzò inizialmente la stampa solo del’Antico Testamento della Bibbia Sigao, da accompagnarsi al Nuovo Testamento di Xiao, e successivamente dell’edizione completa. Come emerso dal Forum ecclesiale che si è tenuto in questi giorni a Pechino, la Bibbia di Padre Allegra rimane la più amata e utilizzata dai cattolici cinesi.
Foto:©Francesco Pesce/TherAsia onlus