Oggi la Chiesa celebra la memoria di San Benedetto Giuseppe Labre , “Il pellegrino della Madonna”, “Il povero delle Quarantore”, “Il penitente del Colosseo”, “Il nuovo sant’Alessio”. Così il popolo romano chiamava Benedetto Giuseppe Labre, che morì a Roma a 35 anni. Un francese che trascorse parte della sua breve vita come pellegrino, sostando in preghiera davanti alle immagini più care della Madonna e davanti all’Eucarestia.
San Benedetto Giuseppe Labre ci sorregge in quella grande avventura dello Spirito che è la nostra vita di fede
Ha testimoniato che la Parola di Dio è una Parola d’amore che Dio pronuncia su di noi, sul mondo, sulla storia e che carezza come un vento leggero la nostra vita, spesso così difficile in tante giornate.
Ha testimoniato che la Parola di Dio è una Parola efficace che opera ciò per cui era stata mandata.
Ha testimoniato che la Parola di Dio porta in sé il gemito di ogni carne in cammino verso la pienezza, di Dio.
Ha testimoniato qui a Roma che una Chiesa in preghiera con Pietro e per Pietro è una Chiesa in cammino verso il Risorto.
Ha testimoniato come Profeta, la sofferenza della incomprensione e anche della derisione dei profeti di sventura.
Ha testimoniato la gioia del Natale con la sua devozione alla Santa Famiglia
Ha testimoniato che l’eucarestia non è un rito ma uno stile di vita, di vita eterna.
La sua testimonianza continua lungo i secoli.
La nostra società vuole ispirarsi ai grandi principi dell’uguaglianza e della fraternità, cari all’Illuminismo, e ai principi cristiani, ma si trova a compiere una impossibile quadratura del cerchio. Fa finta di voler inserire in sé, dentro le proprie città, l’escluso, (l’immigrato, il clandestino, il senza fissa dimora, il carcerato) ma non ci riesce; perché non ci riesce?
Non ci riesce perché dovrebbe contestare se stessa, nei propri principi costitutivi, e non ne ha il coraggio, anzi meglio non ne abbiamo il coraggio.
San Benedetto Giuseppe Labre ha avuto il coraggio di contestare se stesso, la società e la Chiesa del suo tempo;
Oggi siamo in tempi di grande inquietudine. Ci sono vari tipi di inquietudini. Ci sono purtroppo inquietudini non sane, cattive, violente, razziste, egoiste, borghesi.
La sana inquietudine invece nasce dal desiderio di allargare i confini delle nostre città, perché ci sia posto anche per quelli che sono esclusi e nasce dalla necessità di aggiornare le regole della nostra società, perché la violenza non nasca da dentro di noi; già sta succedendo.
Questa sana inquietudine, morale, giuridica, politica, religiosa, è l’ultimo lembo della nostra dignità.
San Benedetto Giuseppe Labre è anche un testimone della dignità dell’uomo, di ogni uomo.
Ci testimonia che Gesù è andato fra i lebbrosi di ogni tempo, per insegnare loro a smettere di dirsi immondi, a guardare le nostre città e scoprire che sono loro molto spesso immonde. Questa è la rivoluzione cristiana, il capovolgimento.
Chiediamo a San Benedetto Giuseppe Labre di intercedere affinchè nessuno di noi trasformi Gesù in un profeta accomodante a misura delle nostre società.
Chiediamogli di intercedere presso il Signore per allargare i nostri confini, i nostri spazi, i nostri cuori, per accogliere i piccoli di ogni tempo.