ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)

Cristo Re di una Pace sempre possibile

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Papa Francesco ha celebrato, venerdì 27 ottobre, una Giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza per la pace nel mondo. “Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! Fratelli e sorelle – ha detto il papa – la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro. Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale”. Il Pontefice ha presieduto un momento di preghiera in San Pietro, e ha chiesto a tutte le Chiese di partecipare, con iniziative che coinvolgessero il Popolo di Dio; numerosissime sono state le parrocchie in Italia e nel mondo che hanno accompagnato il papa e la Chiesa in questo momento di raccoglimento e preghiera.

Siamo in un’ora di buio ha detto Francesco.

Il mondo oggi sembra un immenso calvario. Il Calvario è, quel luogo in cui si crocifiggono i giusti. Nel mondo ce ne sono tantissimi di calvari! È lì che dobbiamo entrare per migliorare il mondo; è lì che si costruisce una piena riconciliazione che abbia come misura gli ultimi.

La pace infatti, come la storia insegna, non verrà mai da nessuna vittoria, ma solo dalla riconciliazione.

Un mondo di giustizia è la condizione previa alla pace; Il nostro è un mondo ingiusto verso tanti uomini e donne e la guerra ne è la conseguenza.

Ogni popolo, ogni nazione, ogni cittadino del mondo ha diritto di difendere la propria libertà e le conquiste della sua civiltà; ma non fa parte del messaggio di Cristo dire che quando uno ha un “regno” se lo deve difendere con la spada. Gesù dice a Pilato: “se il mio regno fosse come il tuo, i miei avrebbero combattuto”. Combattere con la spada non è secondo Cristo. In fatti la nostra storia intera è solcata da fiumi di sangue tutti versati in nome del principio che senza una spada un regno non si regge. La conseguenza è che siamo sempre in guerra.

Dobbiamo chiedere invece con forza alla politica, ai regni di questo mondo cioè, la difesa della dignità e della libertà dell’uomo, di ogni uomo.

Dobbiamo chiedere di fare la pace, ma quella vera però. C’è da temere sia quanto i titolari del potere litigano ma anche quando si danno la mano. Non per nulla Gesù fu crocifisso quando Pilato ed Erode fecero la pace su di Lui, sulle sue spalle.

Preghiamo per una pace non sulle spalle della povera gente. Per esempio una pace che preveda il proseguimento delle spese per mantenere l’equilibrio degli armamenti, e quindi affama mezzo mondo, non la possiamo chiamare pace.

Gesù Re della pace ha patito la violenza del potere.

Quel crocifisso, quel Figlio dell’uomo il Padre lo ha resuscitato, lo ha costituito Signore! dove? Su quale trono? In nessun trono. Il trono di questo Re è la coscienza di quegli uomini che credono alla misericordia, alla pace, al dialogo, all’ecumenismo, alla fraternità universale e per questa fede sono disposti a dare la vita.

Noi non sappiamo come sarà, il futuro; sappiamo però come tutto è cominciato: Dio ha creato il mondo e ha detto che era cosa buona; questo sigillo di bontà resta nonostante tutte le cattiverie di cui l’uomo è capace, nonostante tutte le guerre. Il bene non sarà domani ma ci accompagna fin dall’inizio.

«Ti benedica il Signore e ti protegga. il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace». Questi versetti del Libro dei Numeri accompagnano la preghiera della Chiesa all’inizio di ogni anno civile. Ci è donato, di camminare nel tempo come figli benedetti. E’ il dono della salvezza  

Paolo, nella lettera ai Galati, colloca il dono della salvezza nel passaggio dalla condizione di schiavitù nei confronti della legge alla condizione della libertà dei figli. Vivere la libertà dei figli con un realismo al quale viene donato l’essenziale. Gesù ci ha salvato dal superfluo e ci ha donato l’essenziale.

L’essenziale sono gli affetti, e le piccole/grandi cose del vivere quotidiano, proprio come il pane quotidiano che chiediamo nel Padre Nostro.

L’essenziale è la Pace. La Pace di Cristo che ha pagato per tutti noi un prezzo altissimo. Anche noi dobbiamo pagare un prezzo alla Pace; la storia della nostra salvezza si apre con la strage degli Innocenti e si chiude con il Calvario, non dimentichiamolo.

L’uomo di pace non rinuncia a difendere la giustizia, né confonde il bene col male prendendo una attitudine rassegnata o neutrale. L’uomo di pace è una “pecora” che non intende farsi “lupo” come ricordava don Primo Mazzolari. Ci vuole un grande atto di fede per sorreggere la pace.

Ecco alla fine la cosa veramente essenziale, la Fede; la pace non si può fare senza la fede. Per questa fede, preghiamo, operiamo il bene, e alziamo lo sguardo riconoscendo la dignità dell’uomo immagine e somiglianza di Dio.

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Author: ConAltriOcchi

"C'e' un solo modo di vedere le cose, finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" (Picasso)

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