Festa del Battesimo di Gesù
La Festa del Battesimo di Gesù che conclude il tempo di Natale ci aiuta a riflettere sul nostro Battesimo. Anche per noi, nel battesimo, si sono aperti i cieli, come raccontano i vangeli, e nella fede abbiamo ascoltata la Parola del Padre : “Sei il figlio mio, l’Amato”. Essere battezzati significa essere “immersi” nel Figlio Gesù e, in Lui, essere Figli del Padre, che manda su noi lo Spirito del suo Amore. Dobbiamo tutti essere consapevoli della responsabilità di questo dono dello Spirito che grida Abbà Padre e sentire l’urgenza di trasmettere in questo modo la fede alle nuove generazioni.
Per questo essere battezzati vuol dire anche essere inviati, mandati. Ricevere lo Spirito Santo che grida Abbà, Padre, professare la fede in Gesù e dire pubblicamente io con il dono dello Spirito voglio vivere come Lui, facendo del bene e liberando l’uomo da ogni schiavitù.
In questa testimonianza che trasmette la fede bisogna sempre più dare spazio nella prassi pastorale, nella catechesi e nella liturgia dei sacramenti, alla Parola di Dio. Se io getto un po’ di acqua in testa ad un bambino, mentre lo battezzo, compio un gesto semplice; ma se io dico nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo io ti battezzo, ecco la Parola di Dio che ti fa rinascere; bisogna proprio ridare la Parola all’acqua, la Parola all’olio, la Parola al pane. Il rischio altrimenti è quello di essere dei sacramentalizzati, schedati in un polveroso registro da sagrestia.
Il Signore farà fruttificare i suoi doni posti nelle nostre mani, non se avremo fatto riti sacri e processioni, ma se li avremo fatti mentre servivamo gli uomini, annunciando la Parola che salva.