La tradizionale processione del Corpus Domini con la benedizione di Papa Francesco nel centro della città.
Ieri a Roma la celebrazione del Corpus Domini è inizia come ogni anno nella Basilica di San Giovanni al Laterano, per poi arrivare con la processione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore; l’ha presieduta il papa come vescovo di Roma. In Italia la solennità si celebrerà poi la seconda domenica dopo Pentecoste.
Straordinaria la folla di pellegrini che hanno accompagnato Gesù eucarestia tra gli sguardi curiosi,ma attenti e viva via sempre più coinvolti dei turisti e dei negozianti lungo il percorso. Roma ancora una volta ha mostrato il suo volto più bello e autentico.
La solennità del Corpus Domini nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi,per celebrare la reale presenza di Cristo nell’eucarestia per contrastare le affermazioni di Berengario di Tours , per il quale la presenza di Cristo non era reale, ma simbolica.
Nelle città di Orvieto e Bolsena, ancora oggi oltre al Santissimo Sacramento vengono portate in processione le reliquie del miracolo eucaristico di cui fu testimone il sacerdote Pietro Da Praga nel 1263 mentre celebrava la messa nella basilica di Santa Cristina a Bolsena .
Papa Urbano IV incaricò Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della messa del Corpus Domini. In quel tempo, era il 1264, San Tommaso abitava, come lo stesso papa , a Orvieto, nel convento di San Domenico
“Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga”(1Cor 11,26)
Il più antico testo sull’eucarestia, la lettera ai Corinzi (53/57) ci racconta che esiste un rapporto fondamentale tra l’Eucarestia e la morte di Gesù. L’eucaristia dice che il Signore è morto,lasciandosi prendere, consegnandosi nelle mani degli uomini,alcuni nemici, altri indifferenti, altri ancora amici che lo hanno abbandonato; forse ci siamo tutti. L’Eucarestia ci dice anche che tutto questo è avvenuto per amore,soltanto per amore; Gesù ci ha dato un esempio impressionante,su come si vive e su come si muore,per gli altri,per riconciliare , per smetterla di pensare solo a difendersi, ma per fare una “cosa nuova”,che veramente cambia la storia,quella personale di ognuno di noi, e quella universale.
Noi poi celebriamo l’eucaristia “finché egli venga”, aspettando che Gesù ritorni nella Sua Gloria,quando ci prenderà con sé, perché la morte non può nulla verso quelli che vivono per amore . «Forte come la morte è l’amore» dice il Cantico dei Cantici. Il vero nemico della morte non è la vita, ma l’amore. Nell’alba di Pasqua chi andrà alla tomba sono quelli che hanno fatto l’esperienza dell’amore di Gesù: le donne, la Maddalena, il discepolo amato, sono loro i primi a sperimentare che l’amore vince la morte.