Sul Calvario davanti alla Croce non si parla, si contempla. Prendendo la nostra croce, contempliamo la Croce come l’unità di misura di tutti quelli che danno la vita per quelli che amano.
WTu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (Mt 16,21-23) si sente dire Pietro. Come la stiamo pensando la nostra vita? La nostra famiglia, il nostro lavoro? Secondo il progetto di Dio o secondo il potere degli uomini?
Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato? griderà il crocifisso E’ necessario non lasciarlo solo. Occorre darlo a tutti gli uomini.
Gesù nella sua pienezza di Messia non era più un ebreo, l’uomo.”Ecco l’uomo” .Il nome sulla croce è Uomo. Hanno certamente importanza le nostre distinzioni culturali, etniche, religiose ma quando si soffre e si muore non contano più. Questa uguaglianza nel negativo è importante, perché Gesù l’ha assunta su di sé come un appuntamento: «Quando sarò sollevato sulla croce attirerò tutti a me». Tutti.
Ecco perché, non dobbiamo chiedere alla politica nessuna difesa della religione, come abbiamo spesso fatto, facendo a volte della casa del Signore un mercato e una spelonca di ladri: Non dobbiamo chiedere alla politica nessuna difesa della religione, dobbiamo chiedere la difesa della dignità dell’uomo, di ogni uomo. Gesù è entrato nella debolezza umana. Questa universalità della croce è molto importante, oggi lo sentiamo di più di una volta, perché le pareti di divisione stanno cadendo tutte inesorabilmente; non possiamo più vivere, non solo gli uni contro gli altri, ma neanche gli uni accanto agli altri.
Le divisioni appartengono non al Dio crocifisso, ma alla logica della nostra finitezza.
Abbiamo alle spalle e purtroppo non solo alle spalle, una storia di guerre di religione, di scomuniche reciproche. I poveri, i crocifissi non le tollerano più.
Preghiamo il Figlio dell’uomo perché ci aiuti ad aprirci ad una solidarietà che arrivi fino al dolore fisico dell’uomo, di ogni uomo.
Avevano chiesto a Gesù all’inizio del vangelo di Giovanni, dove abitasse, e Lui decide di abitare nel nostro dolore. E li siamo veramente tutti fratelli.