Il Vangelo ci chiama a superare le facili contrapposizioni tra giusti e ingiusti, peccato e virtù. Anche il figlio maggiore della parabola è peccatore. Cosa ha fatto? Niente! Non ha capito l’amore. Non ha capito l’amore e con il suo occhio guardava tutto e tutti con sospetto; ricordiamo bene quando gli scribi e i farisei mormoravano contro Gesù perché “guardavano” che mangiava con i peccatori. La prima violenza è proprio quella dell’occhio; dobbiamo sempre tutti imparare ogni giorno a guardare il mondo con gli occhi misericordiosi del Padre.
Un pastore che affronta i pericoli della natura, una donna di casa che con ostinazione cerca la sua moneta di valore, un padre che sa solo correre incontro e abbracciare. Nelle parabole lucane della misericordia ci sono queste tre immagini bellissime di un Dio che ci cerca continuamente e non trova pace fino a quando non ci ha ritrovati. Il Pastore si mette sulle spalle la pecora che ha ritrovata, e la aiuta così nel suo cammino di ritorno, gli rende più leggeri i passi, non la umilia con una punizione per il fatto di essersi perduta.
Dio non guarda i nostri meriti o le nostre colpe, ma prima di tutto i nostri bisogni. La donna che cerca il suo tesoro sotto la polvere, ci aiuta a credere di più nell’aiuto di Dio e in noi stessi; sotto la polvere di tanti nostri giorni, nascosto in qualche angolo dentro di noi, c’è un tesoro prezioso che dobbiamo cercare con la lampada dello Spirito. Nessuna sporcizia, nessuna difficoltà, nessun male della vita sarà mai più forte della nostra immagine e somiglianza con Dio.
Non lasciatevi rubare la Speranza è la profezia di Papa Francesco. Un padre misericordioso che corre e abbraccia il figlio; lo vuole più felice che fedele, lo vuole debole ma vicino, piuttosto che forte e lontano. Il Vangelo ci insegna a ripudiare mentalità aggressive, perché gli uomini non solo disarmino i loro arsenali di guerra, ma anche i loro cuori. “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore” – come scriveva il sacerdote e poeta del sedicesimo secolo, San Giovanni della Croce.