ConAltriOcchi blog – 以不同的眼光看世界-博客

"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)

Perchè guardate Gesù che sale in cielo?

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Pensieri sull’Ascensione del Signore

Monica Romano

Mi ha sempre colpito durante la Messa il racconto degli Atti sul momento dell’Ascensione di Gesù al cielo. Mi è sempre sembrato un momento vivido, quasi come di stare lì in mezzo ai discepoli di Gesù mentre per l’ultima volta il Signore si separava da loro che forse neanche se ne rendevano conto fino in fondo. Un momento solenne e misterioso, che forse avrà lasciato sconcerto, paura, dubbi negli apostoli. Anche più in là, quando forse in un secondo momento hanno avuto piena coscienza che il Signore non sarebbe tornato a breve, che “tutto” era ormai nelle loro mani, che stava a loro ora annunciare e testimoniare il Vangelo, senza la presenza fisica di Gesù…

Mi è rimasta sempre impressa questa frase, e mi sembrava di sentirla pronunciare con una voce solenne e potente: “Uomini di Galilea, perché state a guardare in Cielo?“. Da una parte pensavo, perché questi “uomini in bianche vesti”, angeli, fanno questa domanda su una cosa così scontata? Il Maestro tanto amato – per il Quale i discepoli avevano lasciato tutto e Cui avevano dedicato la vita e in Cui avevano riposto le loro speranze, il Maestro Che fino a qualche settimana prima era creduto morto come un malfattore e poi hanno visto addirittura risorto – se ne andava per sempre, si separava da loro, senza poi tante spiegazioni a dire la verità…Il minimo che ci si possa aspettare è che lo seguano esterrefatti con lo sguardo, fino alla sua sparizione completa… E mi colpisce sempre il “lieto fine”, anche se ormai lo conosco bene: lo vedrete tornare nello stesso modo in cui è salito al cielo. Mi ha sempre lasciato un senso di “vuoto” questa frase, quel vuoto della presenza, della vicinanza di Dio che spesso si sperimenta nella vita. Signore, ma dove sei? Nelle guerre, nelle catastrofi naturali, nelle sofferenze di bambini e di innocenti, ma anche, più semplicemente, nelle nostre vite a volte grigie, spesso fiaccate dall’esperienza del male e dell’individualismo, senza più entusiasmo e senso di gratitudine per le tante cose belle che la vita sempre e comunque ci riserva…. Dove sei, Signore – “in qualche angolo di cielo, da dove guardi noi” – come dice una bella canzone?

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Giovanni Maria Galli detto il Bibbiena, Ascensione di Cristo (particolare)

 

Mi sembra di capire altre cose se rifletto oggi su questo racconto di Luca. Nel cuore di Dio, nella storia della salvezza e nell’economia della resurrezione, “mille anni sono come un giorno che è passato“, “sono come un turno di veglia nella notte“, dice il Salmo. L’esperienza di fede, il guardare agli eventi con gli occhi della fede (gli angeli, Gesù che sale al cielo) è quella del Dio Emmanuele, “Dio con noi”. Del Sacramento eucaristico che tutti i giorni è con noi ed è pegno della nostra salvezza; della Resurrezione, cui già siamo partecipi, già ora. Mi sembra che proprio questo gli angeli volevano dirci. Non guardate inerti e inermi, come se tutto finisse lì. Questo è l’inizio di una fine che già sapete, che veramente già dovreste conoscere, se veramente avete capito che Gesù è il Signore, è risorto e ha vinto la morte per tutti noi. Per questo dico che forse gli apostoli certe cose le avranno capite dopo e per questo gli angeli fanno una domanda per nulla scontata a chi è stato testimone del Risorto. A poco a poco, con l’aiuto dello Spirito Santo, i discepoli e noi capiamo quello che ormai da 2000 anni dovremmo aver capito, ma che l’assenza del Signore, Che è asceso al cielo, a volte ci fa dimenticare. E non a caso Gesù se ne va e manda lo Spirito. Proprio perché capiva che i discepoli di allora (come quelli di oggi) non riuscivano a capire tutto, non sanno vivere l’attesa di qualcosa che già conosciamo, che già si è realizzata e vivremo in pienezza alla fine dei tempi.

Forse gli angeli volevano anche dirci: guardate pure il cielo, guardate in alto, lasciatevi ispirare, guidare da Dio, ma state bene con i piedi per terra, restate quaggiù, rimboccatevi le maniche. Attendete il Signore, restate vigilanti tra cielo e terra e siate testimoni in mezzo ai fratelli, senza perdervi nei meandri celesti. Non a caso tra le tante parole che il Signore poteva dire prima di congedarsi da suoi, dice “mi sarete testimoni”, cioè farete la mia volontà, annuncerete il Vangelo nella vita concreta, in tutto il mondo…Agli occhi della fede (gli angeli) questo è molto chiaro. Non sempre per noi, invece…

Papa Francesco ha appena ricordato nella preghiera del Regina Coeli: “Siamo saldi nella speranza se guardiamo il cielo”, “Gesù non ci lascia soli”, “è con noi, è vivo”. E l’attinenza stretta con la testimonianza concreta della fede viene riproposta da Francesco, che ci ricorda la “presenza tra noi del Signore risorto che con il dono dello Spirito continua ad aprire la nostra mente e il nostro cuore per annunciare il Suo amore e la Sua misericordia anche negli ambienti più refrattari delle nostre città“.

Signore, dacci il dono di saperti aspettare vigilanti e pronti e di saper essere noi stessi ponte tra un cielo lontano e un mondo spesso difficile, con il dono del Tuo Corpo e con la grazia dello Spirito Santo, con i quali sei con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Author: ConAltriOcchi

"C'e' un solo modo di vedere le cose, finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" (Picasso)

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