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"C'è un solo modo di vedere le cose finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" – "There is only one way to see things, until someone shows us how to look at them with different eyes" (Picasso) – "人观察事物的方式只有一种,除非有人让我们学会怎样以不同的眼光看世界" (毕加索)

Il povero Lazzaro tende la sua mano

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Riflessione sul messaggio per la quaresima di Papa Francesco 

E’ stato pubblicato ieri il Messaggio del Santo Padre Francesco per la  Quaresima, un tempo di particolare preghiera, che ci porterà dopo 40 giorni al Triduo Pasquale, cuore dell’anno liturgico. Nel Mercoledì delle Ceneri inizio della Quaresima, la Chiesa compie un gesto semplice che ricorda la fragilità della natura umana, l’essere creature. Il fatto di essere creati, però, nella visione cristiana non si riduce a una nota negativa, o minore dell’essere umano, della sua natura e delle sue potenzialità. Essere creature presuppone l’esistenza di un Dio creatore, che ci ha amato “sin dal grembo materno” e si prende cura di noi. Un Dio creatore si, ma prima ancora Padre. Recita infatti il Credo, il simbolo della fede cristiana: “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra”.  La parola onnipotente  e’ accostata al “ruolo” di Dio come Padre. Dio e’ un padre che può fare tutto per i suoi figli, in virtù dell’amore che lo lega a lui.  In questa creatura umana desiderata, amata e custodita da Dio, abita poi lo Spirito, “che e’ Signore e da’ la vita”. Lo Spirito – l’amore che lega il Padre e il Figlio – sarà con noi come consolatore, rimanendo con noi tutti i giorni, “fino alla fine del mondo”. Un dono perenne. Nel messaggio di questo anno, papa Francesco ci invita proprio a custodire i doni, due in particolare.

 La Parola è un dono. L’altro è un dono, è il titolo del testo di Francesco che riflette sulla parabola biblica del ricco e del povero Lazzaro (cfrLc 16,19- 31).  “Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita.”(Messaggio Quaresima 2017)

Vivere l’Eucaristia è partecipare al presente di misericordia che si fa Pane e Vino, cioè alimenti di vita in vista di una pienezza di vita per tutti gli uomini di buona volontà. La Quaresima può essere un tempo favorevole per chiedere al Signore di  donarci  la volontà di rinnovare le nostre relazioni, per pronunciare  non le parole che vincono,ma quelle che toccano i cuori, e che guariscono i tanti Lazzari accovacciati alle nostre porte.

In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello.” Avere ben chiaro quello che dice la Parola di Dio circa il rapporto fra i ricchi e i Lazzari è fondamentale per evitare di vivere come gli «spensierati di Sion» di cui parla il profeta Amos, e crearsi   un sistema di giustificazioni tali che ci possono essere diecimila Lazzari davanti alla porta di casa, e “il ricco” nemmeno sa che ci sono. Il nostro  epulone anni duemila, costruisce una casa con la cancellata, fa elargizioni per i poveri, prevede un fondo per il Terzo Mondo, pur di non avere il fastidio dei Lazzari alla porta.

In tutte le chiese cattoliche del mondo si leggerà questo testo papale sulla Quaresima  ma domani Lazzaro sarà come oggi. Non cambia nulla. E questo perché la Parola e le parole evangeliche di papa Francesco  rischiano di essere imprigionate in un sistema  che le vuole rendere del tutto innocue, senza nessuna efficacia sul piano reale. Questo è l’abisso che qualcuno vuole creare. Anzi, tutti constatiamo che l’abisso tra i Lazzari e gli epuloni si allarga sempre di più. Gli epuloni hanno da secoli deciso che non si può consentire la promiscuità tra chi è dentro  e chi è fuori. Lazzaro deve stare fuori dal sistema,dalle nostre città, la bibbia  usa il termine Accampamento.  Lazzaro poi  non solo è escluso ma deve essere anche convinto che sia normale così, che sia giusto. L’esclusione lo tocca dentro, nella coscienza.

La nostra società però vuole ispirarsi ai grandi principi del cristianesimo e dell’illuminismo, ma si trova a compiere una impossibile quadratura del cerchio. Fa finta di voler inserire in sé stessa Lazzaro l’escluso, ma non ci riesce, perché dovrebbe contestare se stessa nei propri principi costitutivi. Il sistema  esclude coloro che lo minacciano nella sua integrità. Gli immigrati   sono i Lazzari del ventunesimo  secolo.

Dio però  predilige i Lazzari, anzi Dio in questo mondo è Lazzaro. Gesù è andato fra gli immondi per insegnare loro a smettere di dirsi immondi, a guardare l’accampamento e scoprire che l’accampamento è immondo. Questa è la rivoluzione, il capovolgimento. Le beatitudini sono fatte di Lazzari. Gesù è venuto a svegliare la coscienza degli esclusi perché smettano di considerarsi legittimamente esclusi, perché sappiano che il futuro è in mano loro.

“La parabola è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco. […]In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato, che si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia”(Messaggio Quaresima 2017).Molti hanno tentato di arruolare Gesù come guardiano dell’accampamento, e hanno fatto di tutto per inserirlo nei propri quadri, per farne un profeta accomodante, ma Gesù non ha accettato. Egli non è mai andato nel Pretorio e nel Sinedrio come ospite gradito, ha rappresentato la minaccia per le due strutture, quella del potere politico/religioso e quella del potere economico. Perciò è stato crocifisso come un immondo. «Come un delinquente voi lo avete appeso ad un legno» dice Pietro, nel primo discorso dopo la Pentecoste.  Il futuro del mondo è dei lazzari; domineranno la terra come dicono le beatitudini; i poveri stanno venendo verso di noi, non per distruggerci, ma  per  dirci parole di salvezza

Viviamo allora con speranza questo tempo, nella riflessione, nella meditazione e nella preghiera, ricordandoci di essere creature fragili ma soprattutto amate e custodite da Dio Padre. Questo ci potrà aiutare a vivere questo percorso non in una penitenza fine a se stessa, timorosa e sterile, ma come una riconciliazione con Dio Padre e una conversione  verso i Lazzari che incontriamo nel nostro cammino.

 Ritornare al Signore con tutto il cuore ci dirà il profeta Gioele. Questo  significa intraprendere il cammino di una conversione non superficiale e transitoria, bensì un itinerario spirituale che riguarda il luogo più intimo della nostra persona. Il cuore, infatti, è la sede dei nostri sentimenti, il centro in cui maturano le nostre scelte, i nostri atteggiamenti. Quel ‘ritornate a me con tutto il cuore non coinvolge solamente i singoli, ma si estende all’intera comunità, è una convocazione rivolta a tutti: «Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo»”.

Author: ConAltriOcchi

"C'e' un solo modo di vedere le cose, finché qualcuno non ci mostra come guardare con altri occhi" (Picasso)

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