Papa Francesco, ieri nel Concistoro che si è celebrato in Piazza San Pietro, ha creato 21 nuovi cardinali. La mistica francese Madaleine Delbrel, ci aiuta ad entrare nel significato profondo: «Cardinale, ovvero colui che lascia entrare nel “cardine” su cui si regge la propria esistenza, la parola di Dio».
Provengono da ogni parte del mondo, proprio per significare l’universalità della Chiesa. Nel pomeriggio, la stessa Piazza San Pietro ha accolto una Veglia di preghiera ecumenica organizzata dalla comunità di Taizè e presieduta dal Pontefice, per pregare per il prossimo Sinodo.
Il papa ha pronunciato l’omelia e subito dopo, leggendo la formula di creazione ha proclamato i nomi dei nuovi cardinali; è seguita la professione di fede dei nuovi cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza a Papa Francesco e ai suoi successori.

I nuovi cardinali, si sono quindi inginocchiati davanti al Papa che ha imposto loro lo zucchetto, l’antico copricapo degli uomini anziani e quindi degni di particolare rispetto, la berretta cardinalizia, consegnato l’anello, segno di fedeltà alla propria diocesi e a tutta la Chiesa e assegnato a ciascuno una chiesa di Roma quale segno di comunione con il vescovo di Roma.
I nuovi cardinali sono chiamati a seguire Gesù crocifisso. Quel crocifisso, quel Figlio dell’uomo il Padre lo ha resuscitato, lo ha costituito Signore! dove? Su quale trono? In nessun trono. Il trono è la coscienza di quegli uomini che credono alla misericordia, alla pace, al dialogo, all’ecumenismo, alla fraternità universale e per questa fede sono disposti a dare la vita. Dare la vita per la Chiesa e per il mondo è il servizio al quale sono chiamati i nuovi porporati. Un servizio che provvidenzialmente si sta liberando da tutti i mantelli e le corone di costantiniana memoria.
Gesù è entrato nella debolezza umana, e così sono chiamati a fare i nuovi cardinali. Questa universalità della croce è molto importante; oggi lo sentiamo di più di una volta, perché le pareti di divisione stanno cadendo tutte inesorabilmente. Non possiamo più vivere, non solo gli uni contro gli altri, ma neanche gli uni accanto agli altri. Le divisioni fra cattolici, protestanti, ortodossi, musulmani, ebrei, appartengono non al Dio crocifisso, ma alla logica della nostra finitezza. Noi dobbiamo tendere verso una unità, che è molto più grande della unità civile politica e anche religiosa. Gli uomini sono tutti amati.